Ayman al-Zawahiri, il capo di al-Qaeda, è stato ucciso da un drone americano a Kabul nel corso di un raid pianificato dalla Cia. L’operazione è stata commentata dal presidente Joe Biden che ha rivendicato la volontà di Washington di lottare contro il terrorismo.
Ayman al-Zawahiri, il capo di al-Qaeda è stato ucciso da un drone a Kabul in un raid Usa
Gli Stati Uniti sono sempre più determinati a lottare contro il terrorismo: ne hanno dato prova, come sottolineato dal presidente Joe Biden, con un’operazione di “precisione” e di clamoroso “successo” che si è conclusa con l’uccisione di Ayman al-Zawahiri, capo di al-Qaeda.
Secondo quanto riferito dall’inquilino della Casa Bianca, al-Zawahiri è stato ucciso nella notte tra sabato 30 e domenica 31 luglio. Precisamente, alle 21:48 di sabato 30 luglio ora di Washington. L’operazione è stata condotta dalla Cia con un drone che ha lanciato due missili Hellfire. L’obiettivo si trovava sul balcone della propria abitazione situata nel cuore di Kabul quando è stato neutralizzato.
La famiglia del capo di al-Qaeda, a quanto si apprende, si trovava nell’edificio colpito ma in aree distanti da quella bombardata e pare sia uscita illesa dal raid americano. Inoltre, è stata confermata l’assenza di vittime civile, come segnalato da fonti dell’amministrazione Biden.
L’abitazione di al-Zawahiri, in considerazione delle ricostruzioni sinora effettuate, era di proprietà di un consigliere noto come aiutante di uno dei leader talebani Sirajuddin Haqqani, tra gli esponenti di spicco della rete di miliziani jihadisti che ha ripreso il potere in Afghanistan ad agosto 2021, dopo il ritiro delle truppe americane dal Paese.
In seguito all’operazione condotta dagli Stati Uniti, gli uomini di Haqqani hanno rapidamente preso possesso dell’abitazione per occultare la presenza del leader di al-Qaeda e provvedere al trasferimento della sua famiglia. Nonostante l’intervento dei talebani, tuttavia, Washington ha garantito di essere in possesso di prove che dimostrano il decesso i Ayman al-Zawahiri.
Biden: “Giustizia è fatta”
Il raid americano è stato duramente criticato dai talebani che hanno bollato l’operazione come una “chiara violazione dei principi internazionali e dell’accordo di Doha”. È stato, inoltre, asserito che “queste azioni sono contro gli interessi degli Stati Uniti, dell’Afghanistan e della regione”. Lo si legge in una nota diffusa dai talebani.
Ayman al-Zawahiri è stato uno degli organizzatori dell’attentato dell’11 settembre e aveva scalato i vertici di al-Qaeda fino a diventarne il capo nel 2011 dopo l’uccisone di Osama bin Laden, del quale era stato il più fedele collaboratore e consigliere.
L’operazione che si è conclusa con la neutralizzazione del capo dell’organizzazione terroristica è stata pianificata per più sei mesi. La Cia ha ricevuto, poi, il via libera dal presidente Biden per portare avanti l’azione lo scorso 25 luglio. A proposito dell’assassinio del leader di al-Qaeda, l’inquilino della Casa Bianca, oltre a ribadire la volontà degli USA di lottare contro leader terroristici, ha dichiarato: “Non importa quanto tempo occorra, dove vi nascondiate, se siete una minaccia gli Stati Uniti vi troveranno”.
In occasione del suo discorso alla Nazione per annunciare il successo dell’operazione, inoltre, Biden ha ribadito: “Quando ho messo fine alla missione militare americana in Afghanistan quasi un anno fa, ho deciso che gli Stati Uniti non avevano più bisogno di avere uomini in Afghanistan. In quel momento ho promesso agli americani che avremmo continuato a condurre efficaci operazioni antiterrorismo in Afghanistan. Lo abbiamo fatto. Non consentiremo all’Afghanistan di diventare un paradiso sicuro per i terroristi. Gli Stati Uniti resteranno sempre vigili e faranno sempre il necessario per mantenere al sicuro gli americani in casa e fuori. Non molleremo mai”.