di Clemente Pistilli
I camici bianchi cercano di salvare la vita dei pazienti e da tempo se stessi da cause milionarie, per danni o presunti tali subiti dai malati. Gli avvocati tutelano gli interessi dei loro clienti e cercano, quando si parla di malasanità, di far ottenere loro congrui risarcimenti. Tra le due categorie ovviamente non c’è simpatia. Si muovono su fronti opposti e difficilmente potrebbero amarsi anche se volessero. Ma a dare definitivamente fuoco alle polveri è ora arrivato un video, in cui vengono mostrati avvoltoi che si aggirano sulle prede. Un’iniziativa portata avanti dall’Amami, l’Associazione medici accusati di malpractice ingiustamente. Gli avvocati hanno visto quello spot come un duro attacco al loro lavoro e hanno subito reagito, minacciando denunce e chiedendo al ministro della salute, Beatrice Lorenzin, di prendere le distanze da quel messaggio. Una battaglia appena iniziata e dai toni subito incandescenti.
Lo spot
Nel filmato con gli avvoltoi, presentato dall’Amami in conferenza stampa lunedì scorso, a Palazzo Venezia, e messo su internet, gli avvoltoi rappresentano quelli che “si approfittano della buona fede dei clienti, promettendo loro un facile arricchimento, con cause milionarie”, contro i medici. Una voce fuori campo invita a diffidare di quanti sono “pronti a gettarsi sul medico che non ha saputo fare miracoli”. Uno spot dal titolo: “Medici, pazienti e avvoltoi”. Video in cui non vengono nominati esplicitamente gli avvocati, ma che quest’ultimi non hanno avuto il minimo dubbio che fosse riferito alla loro categoria. Tra l’altro c’è chi assicura che quello spot sia una risposta a quello dell’associazione “Obiettivo risarcimento”, composta da legali ed esperti di medicina legale, che invita quanti si sentono vittime di malasanità a presentare denunce. Esplicita l’associazione nel rivolgersi ai possibili clienti: “Per primi in Italia ti diamo l’opportunità unica di affrontare anche le controversie più difficili, come quelle contro medici e ospedali, senza toccare i tuoi risparmi”. Un’associazione che assicura di aver fatto ottenere risarcimenti a un cliente su dieci, che gli ha sottoposto il proprio caso “dopo aver perso tempo e denaro altrove”.
Il braccio di ferro
Immediatamente sono esplose le polemiche. Gli avvocati rivendicano da tempo il loro diritto a svolgere la professione, fornendo il miglior servizio possibile al cliente che denuncia di aver subito un danno dai medici. Quest’ultimi invece giurano che il boom di denunce nei loro confronti ha fatto schizzare alle stelle i prezzi delle assicurazioni e tolto loro la giusta serenità nell’approccio al paziente. Il Consiglio nazionale forense ha così chiesto il ritiro del video e una presa di distanza da parte del ministro Lorenzin, parlando di un’operazione volgare, diffamatoria, lesiva della dignità professionale. Il Cnf inoltre si è riservato di procedere contro l’Amami sia in sede penale che civile. Dura anche l’Unione delle camere penali, che ha bollato il video come stupido e volgare, una “gara al ribasso tra medici-macellai e avvocati avvoltoi, che sembra la fiera delle stupidità”. “Non è un’iniziativa contro qualcuno, ma per qualcosa, per un cambiamento di cultura”, ha replicato il presidente dell’Amami, il chirurgo ortopedico Maurizio Maggiorotti. Uno scontro appena esploso, almeno apertamente, e che difficilmente rientrerà in fretta. Avvocati da un lato, medici dall’altro e pazienti in mezzo.