Un colpo troppo duro per soprassedere. Raccontano che la sindaca di Torino, Chiara Appendino, sia letteralmente “furiosa”. E la rabbia per il trasloco a Milano, dopo cinque edizioni, del Salone dell’Auto traspare chiaramente dal tweet con cui la prima cittadina del capoluogo piemontese ha commentato la notizia. “Una scelta che danneggia la nostra città a cui hanno anche contribuito alcune prese di posizione autolesioniste di alcuni consiglieri del Consiglio Comunale e dichiarazioni inqualificabili da parte del vicesindaco”. Già, il vicesindaco grillino, Guido Montanari, docente di architettura, convinto No Tav e contrario a grandi opere e grandi eventi, punto di riferimento dell’ala ortodossa del Movimento. Una ferita che si aggiunge a quella, ancora aperta, dell’esclusione di Torino dalle Olimpiadi invernali del 2026, andate a Milano e Cortina e che getta ora seri dubbi sulla prosecuzione dell’esperienza della Giunta M5S alla guida della città. Perché la Appendino medita persino le dimissioni.
PAUSA DI RIFLESSIONE. “Senza sottrarmi alle mie responsabilità, mi riservo qualche giorno per le valutazioni politiche del caso”. Parole che evocano il più estremo degli scenari e che hanno messo in allarme lo stato maggiore del Movimento Cinque Stelle. A cominciare dal leader politico, Luigi di Maio, in visita a Torino con la maggioranza pentastellata nel caos. “Appendino rappresenta il futuro del Movimento, sto dalla sua parte, qualsiasi decisione prenderà. Forza Chiara!”, la incoraggia su Facebook. Ma è chiaro che, qualunque decisione la sindaca deciderà di prendere, una ricomposizione all’interno della squadra di governo cittadina sembra al momento fantascienza. E c’è chi non esclude che, se alla fine la sindaca dovesse decidere di restare, la convivenza con il suo vice sarebbe comunque definitivamente compromessa.
E proprio Montanari dovrebbe tirare le conclusioni, rassegnando le dimissioni per evitare che a revocargli le deleghe non sia la stessa Appendino. Di certo, se Torino piange Milano Ride. Con il sindaco del capoluogo lombardo, Giuseppe Sala, pronto a passare all’incasso. “Non c’è nessun atteggiamento ostile nei confronti di Torino ma non possiamo che ascoltare” gli organizzatori del Salone dell’auto se intenderanno spostare la kermesse in Lombardia, è il ragionamento del primo cittadino di Milano. Una vicenda che risveglia anche l’opposizione. Con l’ex sindaco di Torino, Piero Fassino, che parla di una città mortificata dalla “decrescita infelice” targata Movimento Cinque Stelle.
DIFESA SU TUTTA LA LINEA. Una vicenda sulla quale, del resto, Di Maio non nasconde la testa sotto la sabbia. E non nasconde “responsabilità dei consiglieri M5S di maggioranza”, schierandosi dalla parte di chi, come la Appendino, “con il buon senso, ogni giorno passa il tempo a costruire una nuova Italia e non a demolire”. Insomma, sostegno su tutta la lineadal leader M5S. “Chiara è una delle donne più coraggiose che abbia mai conosciuto – assicura il vicepremier -. Quello che ha dovuto affrontare in questi tre anni avrebbe steso una mandria di bufali”.
Ma non è tutto. “Lei, non solo ha retto a tutti coloro che le hanno addebitato in maniera violenta responsabilità non sue, ma ha sempre avuto la capacità di reagire per il bene della città – la elogia ed esorta al tempo stesso Di Maio -. Ha ereditato dal Pd un comune quasi in default e già nel 2016 rappresentava ai miei occhi il futuro del Movimento, oggi lo è più che mai”. Basterà a convincerla a restare?