Un evento più unico che raro, che non si era mai visto in queste dimensioni nella storia della Repubblica. Un Capo dello Stato in carica che continua a crescere nei consensi delle votazioni, nonostante abbia lanciato un messaggio forte e chiaro: non vuole restare al Colle (leggi l’articolo).
SERGIO FOR PRESIDENT. Eppure se i voti fossero indicatori della direzione intrapresa, non ci sarebbe alcun dubbio: Sergio Mattarella andrebbe verso la rielezione, sulla spinta della volontà dei grandi elettori. Con tanto di benedizione della Cei. I vescovi italiani, infatti, non hanno nascosto la stima nei confronti del Presidente della Repubblica, definito dal segretario generale della Conferenza episcopale, monsignor Stefano Russo, “figura di unità” e “punto di riferimento nelle scelte che devono essere compiute alla luce della Costituzione”.
La quarta votazione ha visto ancora in aumento le preferenze nei suoi confronti, toccando quota 166. Una crescita vertiginosa rispetto martedì, quando solo – si fa per dire – in 39 avevano scritto il suo nome sulla scheda. Una sorta di movimento spontaneo, trasversale, dei grandi elettori, che si muove indipendentemente dalla scelta dei rispettivi leader. L’obiettivo dei parlamentari è un segreto di Pulcinella: compiere una missione che, sulla carta, sembra impossibile, la conferma dell’inquilino al Colle.
La rielezione sarebbe la migliore garanzia di portare al termine la legislatura, senza scossoni al quadro politico. Un modo per proseguire, già dalla prossima settimana, l’attuazione del Pnrr. All’interno della galassia dei fan del Mattarella bis c’è una fetta del Movimento 5 Stelle, che sfruttando la libertà di coscienza concessa dai vertici pentastellati, ha manifestato apprezzamento verso l’operato del Capo dello Stato, dandogli il voto. Perché non si sa mai: alla lunga i leader potrebbero convincersi a chiedere davvero il bis, convergendo sulla sua figura.
Tra i 166 voti c’è pure una sostanziosa fetta del Partito democratico, con Matteo Orfini e Fausto Raciti capofila. Da settimane predicano la strategia del votare il Presidente nel segreto del catafalco. E a loro si saranno uniti singoli parlamentari, affascinati dall’ipotesi. Senza dimenticare un aspetto: i fan di Mattarella possono diventare di oggi, possono diventare i franchi tiratori di domani. Specie se le scelte non saranno di “alto profilo” e condiviso con chi scrive il nome sulle schede.
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