Poste italiane non sarà più la stessa azienda che conosciamo. Il dado è tratto e non si tornerà indietro. Al termine del faccia a faccia di ieri tra l’amministratore delegato Francesco Caio con la prima linea del managment da una parte e le banche Global Coordinator della quotazione dall’altra, la sensazione era chiarissima. Il conto alla rovescia è partito e Unicredit, Banca Imi, City, Bank of America, Mediobanca, insieme agli uffici legali dell’emittente del Mef hanno preso atto di un percorso che sarà a tappe forzate. Prima decisione: gli incontri per approfondire gli aspetti industriali, di investimento e di trasformazione che determineranno il valore finale si intensificheranno. Caio non vuole perdere tempo, insomma.
TAPPE FORZATE
Avanti dunque con gli istituti di credito e subito dopo con gli analisti finanziari. Di carne al fuoco d’altronde ce n’è. Il Piano strategico scatena infatti un’autentica “rivoluzione” nella visione, nella organizzazione e negli obiettivi aziendali. Troppo per un gruppo che fino a ieri sentiva più forte i condizionamenti della politica che quelli del mercato? Caio scommette di no. Dare a questo colosso una cultura d’impresa rinnovata e adeguata allo scenario competitivo non sarà però facile. Per questo già ieri si è stabilito di rispettare il cronoprogramma fissato col Tesoro. Poste andranno in Borsa entro la fine di quest’anno. E ci si andrà con uno standing da impresa internazionale. Una partita troppo delicata per permettersi frenate lungo un cammino che è già pieno di ostacoli. Chi ha da difendere rendite di posizione dal vecchio modello d’impresa ora infatti giocherà tutte le sue carte per fermare tutto.
MAXI INVESTIMENTI
Nel vertice con le banche di ieri è stato ribadito che la nuova missione aziendale si concentrerà sul business dei servizi postali e logistici, dei pagamenti digitali e mobili, del risparmio e delle assicurazioni. Contemporaneamente, Poste Italiane punterà ad essere un’infrastruttura strategica per la modernizzazione del Paese. L’architetto di una Italia più digitale, più semplice e più competitiva, ha detto Caio. La strategia di evoluzione dell’azienda ha come pilastro investimenti per 3 miliardi di euro entro il 2020. Risorse destinate alle tecnologie, alla ricerca e sviluppo di nuovi servizi e prodotti, all’alta formazione per i neo assunti e per il personale già attivo in azienda.