Se Rifondazione Comunista tornerà dopo 12 anni ad avere ufficialmente una rappresentanza parlamentare sarà grazie a Forza Italia, in particolare alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e alla Lega. Una prospettiva che avrebbe fatto saltare dalla sedia il compagno e partigiano Armando Cossutta, ma così è. A battere di più in sede di Giunta per il regolamento a favore del via libera a una componente di Rc, richiesta dall’ex pentastellata Paola Nugnes, è stata infatti proprio Queen Elizabeth, che diventata la seconda carica dello Stato non sembra avere problemi a cambiare sinfonia, passando da “Forza Italia mia che siamo in tanti a crederci” a “Bandiera rossa la trionferà”.
IL CASO. Al Senato, con la riforma del 2017 voluta dall’allora presidente Pietro Grasso, le regole per la costituzione di gruppi parlamentari sono diventate stringenti al fine di evitare tutto un proliferare di nuove formazioni nel corso della legislatura. A differenza della Camera, però, non vi è un regolamento preciso sulla costituzione delle componenti politiche e sinora si è andati avanti seguendo la prassi. Mentre la Giunta per il regolamento è impegnata a modificare il Regolamento stesso alla luce della riduzione del numero di parlamentari approvato con il taglia-poltrone, è così venuto a galla il problema delle componenti, che per quanto riguarda la richiesta fatta dalla Nugnes di costituirne una di Rifondazione sembra essere particolarmente sentito dalla Casellati.
La presidente del Senato, nell’ultima riunione della Giunta, ha infatti sostenuto che Rc ha partecipato alle ultime elezioni politiche all’interno del movimento politico Potere al Popolo, senza conseguire l’elezione di alcun parlamentare, che nel simbolo di Potere al Popolo non compare quello di Rifondazione, ma che si tratta, “in ogni caso, di una questione che deve essere affrontata con la necessaria attenzione, in quanto tale formazione ha avuto un indubbio rilievo nella storia politica del Paese e ha fino ad oggi regolarmente ottenuto il riconoscimento dei finanziamenti derivanti dal versamento del due per mille ai partiti politici”.
Di più: “La decisione che la Giunta è chiamata ad assumere, attraverso un parere interpretativo, avrebbe un rilievo non solo teorico, in quanto renderebbe più chiara una disciplina che non trova una formulazione espressa nel Regolamento, ma anche immediate ricadute sotto il profilo pratico, poiché potrebbe influire in modo rilevante sul riconoscimento del diritto di tale formazione politica a percepire i finanziamenti previsti dall’ordinamento”. Una richiesta sostenuta dagli azzurri, tramite il senatore Lucio Malan, e dalla Lega, con in testa il senatore Roberto Calderoli.
I giallorossi hanno cercato di porre un freno al dibattito sulle componenti, sostenendo che prima va rivisto il regolamento alla luce del taglia-poltrone. Con tanto di questione pregiudiziale posta dal senatore pentastellato Gianluca Perilli. Ma invano. Tale questione è stata infatti bocciata. Inutile anche il tentativo fatto da Loredana De Petris, di Leu, specificando che, dopo lo strappo nel 2019 della Nugnes con il Movimento 5 Stelle, all’ex 5S è stata consegnata una lettera di attestazione della sua appartenenza al Gruppo Misto in rappresentanza del Partito della Rifondazione Comunista. Il Carroccio e FI vogliono ufficializzare il ritorno di Rifondazione in Parlamento. E il raggiungimento dell’obiettivo sembra vicino. Avanti Elizabeth alla riscossa.