Il difficile momento per l’economia non rallenta le pressioni su una battaglia di civiltà come l’indicazione per legge del salario minimo. Una leva che spingerebbe non poco il Paese, come ha mostrato con numeri e slide alla mano il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in un’audizione in Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato, dove si sta lavorando sulla proposta di direttiva europea in materia.
Fissando il salario minimo a 8 euro l’ora al netto della tredicesima e del Tfr ci sarebbe un maggiore reddito disponibile per i lavoratori (saldo tra maggiore retribuzione e maggiori imposte e contributi) di circa 3,3 miliardi. Per le imprese ci sarebbe un aumento delle retribuzioni lorde per 4,6 miliardi, coinvolgendo il 13,8% del totale dei dipendenti privati.
I MODELLI TEDESCO E USA. L’introduzione del salario minimo, secondo Tridico, ridurrebbe le disuguaglianze e non dovrebbe portare a una riduzione dell’occupazione così come non è accaduto in Germania. Il maggiore aggravio per le imprese (6,17 miliardi il costo del lavoro supplementare comprensivo degli oneri sociali) si trasferirebbe per la maggior parte sui consumatori.
Rilevantissimo invece l’effetto su una grande platea di lavoratori, soprattutto con i redditi più bassi. Secondo studi riferiti agli Stati Uniti, l’aumento di un dollaro di salario minimo ha determinato una “riduzione tra il 3,4% e il 5,9% del tasso di suicidi nella classe di età tra i 18 e i 64 anni fra i non laureati. Dunque, introdurre il salario minimo porterebbe a generare un impatto macroeconomico positivo senza effetti negativi sull’occupazione.