Torna d’attualità il regalo delle autostrade ai Benetton. Anzi, il doppio regalo: il primo risalente al 1999, quando lo Stato attraverso l’Anas cedette in concessione circa metà della rete nazionale alla società Autostrade controllata da Ponzano Veneto, e il secondo pochi mesi fa quando sempre lo Stato attraverso la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) si è ripreso la stessa concessione.
Torna d’attualità il regalo delle autostrade ai Benetton per un esposto dell’ex governatore dell’Abruzzo Luciano D’Alfonso
Da notare un dettaglio: negli anni ‘90 a gestire le privatizzazioni era direttore generale del Ministero dell’Economia Mario Draghi, che alla data del “riacquisto” ritroviamo premier. L’operazione torna di attualità per un esposto dell’ex governatore dell’Abruzzo, il Pd Luciano D’Alfonso, rivelato dal quotidiano Domani.
D’Alfonso è un esperto di concessioni autostradali, se non altro perché la sua regione è attraversata dalla quelle affidate al Gruppo Toto e adesso in attesa della decisione del Tar sulla revoca per carenze nella sicurezza e manutenzione.
Gli stessi motivi che ex post, cioè dopo il crollo del ponte Morandi di Genova (con 43 morti) avevano indotto il ministro dei trasporti dell’epoca, Danilo Toninelli (M5S) ad avviare l’iter di revoca della concessione ai Benetton.
Una procedura che si infranse prima sulla minaccia di cause miliardarie contro lo Stato per una presunta illegittimità della revoca, e poi per i giochi dei Benetton, che tennero per mesi in ballo il salvataggio di Alitalia, come risarcimento “parallelo” in cambio della concessione.
Giochi finiti con l’acquisto a un prezzo altissimo – 8,2 miliardi solo da Atlantia (controllata dai Benetton) – deciso dalla Cdp guidata da Dario Scannapieco. Guarda caso, un altro fedelissimo di Draghi.