Autonomia, stop al referendum: per la Consulta è inammissibile

La Consulta boccia il referendum sull'Autonomia ritenendolo inammissibile. Via libera invece a quelli su cittadinanza e lavoro.

Autonomia, stop al referendum: per la Consulta è inammissibile

La Consulta ha dichiarato inammissibile il referendum sull’Autonomia differenziata. Per gli undici giudici della Corte Costituzionale (quattro posti sono ancora vacanti), il referendum abrogativo della legge Calderoli non è ammissibile perché “l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari”.

La Consulta si era già espressa a dicembre sulla legge in termini di compatibilità costituzionali, sottolinenando la necessità di correggere diversi profili della riforma, a partire dai Livelli essenziali di prestazione (i Lep). 

Sono stati invece dichiarati ammissibili gli altri cinque referendum su cui si doveva esprimere la Consulta: via libera quindi alle proposte sulla cittadinanza per gli extracomunitari, su Jobs Act, indennità di licenziamento nelle piccole imprese, contratti di lavoro a termine, responsabilità solidale del committente negli appalti.

Perché Consulta ha bocciato il referendum sull’Autonomia

La Corte costituzionale, in camera di consiglio, ha quindi deciso per l’inammissibilità del referendum sull’Autonomia. In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio comunicazione e stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito referendario sulla legge n. 86 del 2024, come risultante dalla sua sentenza n. 192 del 2024. La Corte ha rilevato che l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari. Ciò pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell’elettore. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni.

Per i giudici costituzionali il quesito referendario “verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull’autonomia differenziata, come tale, e in definitiva sull’art. 116, terzo comma, della Costituzione”. Una questione che, a loro giudizio, “non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale“.

I cinque quesiti referendari ritenuti ammissibili: dalla cittadinanza al Jobs Act

Sono invece state dichiarate ammissibili le richieste:

  • di referendum abrogativo denominata “Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana;
  • di referendum abrogativo denominata “Contratto di lavoro a tutele crescenti – disciplina dei licenziamenti illegittimi”;
  • di referendum abrogativo denominata “Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità”;
  • di referendum abrogativo denominata “Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi”;
  • di referendum abrogativo denominata “Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici”.