Il fronte contro l’Autonomia continua ad allargarsi. Non solo nel centrosinistra, pronto a richiedere il referendum abrogativo nei cinque consigli regionali in cui la maggioranza è guidata da Pd e 5 Stelle. Ma anche nel centrodestra, con sempre più Regioni perplesse sul disegno di legge Calderoli e sempre più spaccature all’interno della coalizione.
I dubbi sollevati dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, sono ormai arci-note, ma negli ultimi giorni si sono aggiunti anche quelli del presidente del Lazio, Francesco Rocca, vicino a Fratelli d’Italia. “Non attiverò l’Autonomia”, ha detto sottolineando come il problema derivi dai “20 miliardi di debito”. Se non vengono definiti i Lep, quindi, non si può andare avanti e per il momento la richiesta dell’Autonomia non può essere intrapresa nel Lazio.
Il fronte contro l’Autonomia si allarga anche a destra
Le spaccature nella maggioranza vengono evidenziate anche da Forza Italia, di certo il partito più ostile tra quelli di destra al disegno di legge. Il leader azzurro e vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, ha annunciato che lunedì partirà l’Osservatorio del partito sull’Autonomia, a cui parteciperanno tutti i presidenti di Regione e la ministra Elisabetta Casellati, oltre che “alcuni tecnici e i capigruppo”. L’Osservatorio vigilerà anche sulla richiesta del presidente del Veneto, Luca Zaia, spiega Tajani.
Sul piede di guerra c’è sicuramente Occhiuto, che in un’intervista a L’Espresso definisce il provvedimento come “una scatola vuota”, nel caso in cui non vengano messe in campo risorse. E il problema, a suo giudizio, non riguarderebbe solo il Sud ma anche il Nord, persino per le “materie che per essere trasferite alle Regioni non richiedono i Lep”. A suo giudizio, quindi, non ci può essere un’intesa tra le singole Regioni e il governo senza prima definire i Lep.
Non si placa, intanto, la polemica tra Zaia e il ministro Nello Musumeci. Il presidente veneto spiega che la sua regione è “abituata a correre” e lo sta facendo anche nella richiesta dell’Autonomia che non è piaciuta proprio a Musumeci. Mentre quest’ultimo ora prova a prendersela con l’opposizione, sostenendo che è sì legittimo chiedere un referendum, ma “l’importante è che non si dica che si tratta di una legge che divide l’Italia”. Le critiche non sono ammesse. Anche se a farle sono gli stessi partiti della maggioranza.