La lunga serie di critiche all’Autonomia differenziata voluta dal governo, su spinta soprattutto della Lega, si arricchisce. L’ultimo avvertimento arriva dal presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. Un esponente della stessa maggioranza di destra che governa anche a livello nazionale. “La posizione della Regione Lazio l’abbiamo espressa con chiarezza”, dice Rocca intervenendo a un evento sulla sanità e spiegando di non avere “nulla contro l’Autonomia differenziata”. Eppure il presidente della Regione Lazio non nasconde la sua “fortissima preoccupazione: la Regione Lazio ha 22 miliardi di euro di debito”.
La lunga serie di critiche all’Autonomia differenziata voluta dal governo e spinta dalla Lega si arricchisce
Da qui si arriva al punto centrale, quello che più e più volte è stato ribadito da diversi esperti ed analisti: “Se dobbiamo parlare di Autonomia differenziata, o ci mettono in condizioni di partire tutti allo stesso piano – e quindi allora lì sì che ci possiamo misurare con una nuova capacità organizzativa e anche su una possibilità di distribuzione di risorse – o altrimenti andiamo incontro a braccia aperte a Regioni di serie A e Regioni di serie B, e conseguentemente a servizi sanitari di serie A e di serie B”. Un concetto per nulla nuovo, se pensiamo che nelle stesse ore la Fondazione Gimbe diffondeva un report nel quale evidenziava proprio questo rischio, arrivando a prevedere che la sanità possa “collassare” nelle Regioni del Sud Italia, quelle attualmente più in difficoltà sotto il punto di vista del servizio pubblico. Lo stesso report che, tra l’altro, evidenzia come uno dei fenomeni oggi più diffusi, quello della mobilità sanitaria, riguardi tra le diverse Regioni proprio il Lazio, in cui il saldo passivo è particolarmente gravoso.
Il presidente della Regione Lazio Rocca esprime preoccupazione: “Si rischiano cure di serie A e serie B”
Rocca spiega che il tema sulla riforma Calderoli è proprio quello delle risorse e del “punto di partenza equilibrato per ciascuna amministrazione regionale”, che dovrebbe inoltre tenere in considerazione le “peculiarità” di ogni singolo territorio. “Il Lazio non è la Calabria come difficoltà, come sfida, come distribuzione degli abitanti”, sottolinea Rocca. Ma ci sono ugualmente alcuni “elementi che devono essere tenuti in considerazione”. Insomma, per il presidente della Regione Lazio il tema dell’Autonomia differenziata non è sbagliato di principio, tanto da dire che a lui “piace” la questione, ma bisogna vedere “se il punto di partenza per tutte le Regioni e le Province autonome è lo stesso oppure no”. Per questa ragione dal Pd, con la consigliera regionale del Lazio, Eleonora Mattia, arriva a Rocca la richiesta di proporre al governo nazionale il ritiro del ddl Calderoli di fronte al “rischio degli effetti dell’Autonomia differenziata di vedere cittadini di serie A e di serie B”.