Riprendono questa mattina i lavori della commissione Affari costituzionali della Camera sul disegno di legge Calderoli per l’attuazione dell’autonomia regionale differenziata. Entro oggi alle 18, secondo il calendario dei lavori, verrà conferito il mandato al relatore per l’aula. Nella giornata di ieri si è votato nuovamente l’emendamento del M5S all’articolo 1 che era stato approvato a sorpresa mercoledì scorso in una procedura di voto non riconosciuta dalla maggioranza e dal presidente della commissione, Nazario Pagano, che l’aveva considerata “non conclusa”.
Le opposizioni hanno lungamente polemizzato con la decisione del presidente e hanno ottenuto dal presidente della Camera Lorenzo Fontana la convocazione di una conferenza dei capigruppo: ma la sospensione dei lavori della commissione è durata poco perché la capigruppo è stata posposta alle 21, a cose fatte. La conferenza dei presidenti di gruppo di Montecitorio, in serata, ha poi confermato il calendario dei lavori, che prevede l’approdo in aula del provvedimento lunedì mattina alle 10, con tempi raddoppiati per decisione del presidente Fontana, per la discussione generale chge si protrarrà quindi se necessario nella giornata di martedì 30.
Ribadita nell’occasione anche la linea di Fontana, che in una lettera diffusa nella mattinata di venerdì e indirizzata a Pagano, aveva sottolineato come la certificazione del voto sugli emendamenti non potesse che spettare alla medesima commissione e aveva raccomandato che le procedure, per il futuro, venissero però concluse nell’immediatezza dei fatti.
Autonomia differenziata, le destre accelerano
Nel corso della giornata di ieri non sono mancati gli episodi di tensione in commissione: su un altro emendamento le opposizioni hanno accusato il presidente Pagano di aver temporeggiato durante una votazione perché incerto sui numeri della maggioranza presente ai lavori. Lo scontro ha portato a una temporanea espulsione del deputato M5S Pasqualino Penza, poi rientrato, e a una dura polemica fra il capogruppo AVS in commissione, Filiberto Zaratti, e lo stesso Pagano, al quale il parlamentare rossoverde aveva suggerito di farsi da parte e di affidare la conduzione dei lavori a un vicepresidente della commissione.
Nell’ufficio di presidenza della commissione convocato in tarda serata al termine della capigruppo, il presidente Pagano ha comunicato come intende procedere per l’esame degli oltre duemila emendamenti rimasti: in primo luogo attraverso “votazioni a scalare qualora siano stati presentati ad uno stesso testo una pluralià di proposte emendative tra loro differenti esclusivamente per cifre graduate”. In secondo luogo, “facendo riferimento alla possibilità, prevista all’ultimo periodo del citato comma 8 dell’articolo 85, di modificare l’ordine delle votazioni quando sia opportuno ai fini dell’economia o della chiarezza delle votazioni stesse, porrò in votazione i principi emendativi individuabili nel complesso delle proposte emendative presentate, senza porre in votazione le singole proposte emendative da cui tali principi sono stati desunti.
L’eventuale approvazione dei principi emendativi comporterà la necessità di porre in votazione singolarmente tutte le proposte emendative corrispondenti ai principi emendativi approvati; al contrario, la reiezione dei principi comporterà la reiezione di tutti gli emendamenti ad essi riferiti (c.d. votazione per principi)”.