L’Autonomia differenziata non convince. In appena 72 ore, oltre 200mila italiani hanno aderito alla raccolta firme per il referendum abrogativo

L'Autonomia differenziata non convince. In appena 72 ore, oltre 200mila italiani hanno aderito alla raccolta firme per il referendum

L’Autonomia differenziata non convince. In appena 72 ore, oltre 200mila italiani hanno aderito alla raccolta firme per il referendum abrogativo

Sembra proprio che l’Autonomia differenziata non convinca a pieno gli italiani, che stanno aderendo in massa alla raccolta firme per il referendum voluto dalle opposizioni, dai sindacati e dalla società civile. A lasciarlo intendere è il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, secondo cui sono state raccolte “oltre 200 mila firme in appena 72 ore per il referendum contro l’autonomia differenziata, un boom di partecipazione che testimonia la determinazione e l’opposizione dei cittadini a una legge che mina la coesione sociale e l’unità del Paese”.

Sempre secondo il leader pentastellato, questo è “un segnale importante, un chiaro avviso al Governo che dice senza mezzi termini: l’Italia non si spacca, non resteremo a guardare inermi”.

L’autonomia differenziata, il parere della Lega

Del tutto diversa la posizione del governatore del Veneto, Luca Zaia, che, in un’intervista alla Stampa, ha detto che “l‘autonomia differenziata è una grande opportunità contro il centralismo. Il presidente Napolitano a suo tempo disse che si trattava di una vera assunzione di responsabilità”. “Questo provvedimento non è un oltraggio alla Costituzione repubblicana o a una parte dei cittadini italiani. Oggi le immagini che ci restituiscono il nostro Paese sono quelle di un’Italia spaccata in due. E questo è figlio del centralismo che ci ha accompagnato per 76 anni”, è quanto affermato dal governatore leghista.

Lo stesso poi, affrontando la richiesta di una moratoria arrivata da Forza Italia e dalla Calabria osserva: “Chi è contro l’autonomia differenziata è contro la nostra Carta. E chi non vuole cambiare è perché vuol restare in questa situazione. Un contesto nel quale chi nasce in un certo luogo sa già il futuro che lo aspetta. Noi siamo per un’equa divisione del benessere, non del malessere. L’autonomia è un processo di decentramento e non un assalto alla diligenza. La storia dirà chi avrà avuto ragione. Se non si farà adesso saremo costretti dalle necessità”.