È una protesta che si allarga a macchia d’olio e che dal cuore del Sud sta per raggiungere la capitale simbolica del Nord. Il 14 marzo è la data scelta dal Coordinamento democratico contro l’Autonomia Differenziata, che riunisce una trentina di movimenti civici, per quella che gli organizzatori prevedono sarà “la più imponente manifestazione dell’ultimo ventennio”. Una manifestazione che andrà in scena in contemporanea a Napoli e Milano.
Il 14 marzo è la data scelta dal Coordinamento democratico contro l’Autonomia Differenziata per la manifestazione prevista in contemporanea a Napoli e Milano
“Perché è fin troppo evidente – sottolinea l’avvocato Elena Coccia, responsabile del Coordinamento – che a pagare gli effetti di questa legge sarà tutto il Paese, non soltanto le regioni del Meridione”. Sud e Nord uniti, almeno quel giorno, nel ribadire un “no” secco al più discusso progetto di riforma degli ultimi anni e che è divenuto sempre più sinonimo di secessione. O di separazione, a seconda di chi il concetto lo pronuncia e lo declina. C’era una volta la Lega Nord, coi suoi propositi di tracciare i confini della Padania e di segnare il distacco con la centralità di “Roma ladrona”. Quella stessa Lega che oggi, con legge a firma Calderoli e che ha già ottenuto semaforo verde in Senato, per molti sarebbe riuscita nei suoi intenti.
Il governatore De Luca si scopre movimentista e chiama i campani e i meridionali a una mobilitazione
“Nei fatti – ha dichiarato ieri il governatore Vincenzo De Luca – siamo di fronte a una secessione in piena regola. L’articolo 9 – è l’analisi del presidente della Regione – è una disposizione pericolosa. Dice che si lavora a una unificazione delle risorse al Sud, che significa no a nuove risorse aggiuntive e sì a un unico calderone per le risorse destinate al Sud”, per poi sottolineare “le evidenti contraddizioni di una riforma che poggia su una operazione truffa basata sulla mancata copertura finanziaria della legge e sul fatto che mentre rinvia i Lep (i livelli essenziali di prestazioni, ndr) di due anni, in questo modo si consente di partire da subito con l’autonomia differenziata bruciando 9 miliardi di risorse pubbliche destinate al Sud”.
Nell’annunciare la possibilità di un ricorso alla Corte Costituzionale, appena sarà terminato l’iter legislativo della riforma, De Luca ha ricordato che “ogni cittadino del Sud riceve come spesa pubblica 5mila euro in meno rispetto ad uno del centro Nord”, lanciando “una campagna di mobilitazione straordinaria per ostacolare un disegno di legge che rischia di far sprofondare l’Italia verso un ‘controrisorgimento’ che sarebbe davvero una condanna definitiva per le future generazioni dei giovani meridionali”.
Lo scrittore Pino Aprile: “La secessione va fatta qui”
Di secessione parla anche Pino Aprile, scrittore e autore del best seller “Terroni”, secondo cui “studi scientifici hanno dimostrato che quando il divario all’interno di una comunità supera la quota 40 del coefficiente di Gini, che è il metro per misurare le disuguaglianza in un dato Paese, il livello viene abbassato sistematicamente con la violenza, il terrorismo e le guerre civili. Il Paese al mondo oggi più vicino a quel livello è l’Italia, dove l’autonomia farà esplodere le disuguaglianze oltre un livello già oggi intollerabile. Per sfuggire al rischio di conseguenze peggiori, l’unica via che resta al Sud è la secessione, che soltanto così potrà uscire dalla condizione coloniale in cui è stato costretto prima con le armi e poi con scelte politiche discriminatorie”.
Non crede al teorema secessionista Marcella Raiola, docente napoletana e componente del tavolo nazionale contro l’autonomia. A suo avviso “si tratta di un espediente che non risolverebbe i problemi fondamentali, che sono la mancanza di tutela generale, il clientelismo, l’assenza di diritti e di servizi fondamentali. Quello che dobbiamo evitare è proprio una secessione dei ricchi, conseguenza inevitabile del progetto leghista, che spaccherebbe un Paese cresciuto grazie al Sud. È con il sangue dei nostri operai che è stata resa grande la Fiat, ma anche con quello dei docenti meridionali, che hanno guadagnato il ruolo educando generazioni di studenti in Veneto, Lombardia ed Emilia. Per non dimenticare o i tanti talenti e studiosi che al Nord hanno portato un valore aggiunto”.
Dello stesso avviso la responsabile del Coordinamento No-Ad Coccia, che attacca le parole del governatore De Luca: “Pure lui fa chiese l’autonomia per materie come l’urbanistica e l’ambiente, ma poi è stato l’uomo che ha realizzato il Crescent a Salerno e nei cui programmi rientrano colate di cemento e progetti di consumo di suolo, senza mai essersi occupato di bonifiche”. “Solo con una grande mobilitazione – ha dichiarato Umberto Oreste, membro del Coordinamento ed esponente di Sinistra anticapitalista – e con la partecipazione di massa di movimenti civici, sigle sindacali e partiti politici, possiamo fermare questa riforma che rappresenterà una catastrofe per il nostro Paese”.