La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta sull’aumento dei prezzi di gas, energia elettrica e carburanti. Si tratta di un procedimento al momento contro ignoti, dunque ancora senza indagati e ipotesi di reato. “L’indagine è volta a verificare le ragioni di tale aumento ed individuare eventuali responsabili”, spiega la Procura della Capitale aggiungendo che “gli accertamenti sono stati affidati al nucleo di polizia economico-finanziaria di Roma della Guardia di Finanza”.
Aumento prezzi, la Guardia di Finanza indaga su aumenti gas, energia e carburanti
Nei giorni scorsi il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, a proposito dell’aumento dei prezzi dei prodotti energetici, aveva parlato di “colossale truffa”. “Non c’è una una motivazione tecnica per cui i carburanti siano così costosi – aveva detto il ministro a Sky Tg24 -, il mercato ha alzato i prezzi in maniera irragionevole e lo stanno pagando le nostre imprese. Siamo in presenza di una colossale truffa che viene dal nervosismo del mercato, a spese delle imprese e dei cittadini”.
Nei giorni scorsi il Codacons aveva presentato un esposto a 104 Procure
Nei giorni scorsi, in merito all’escalation senza sosta dei listini dei carburanti, il Codacons aveva annunciato (qui la nota) di aver presentato un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia e all’Autorità garante della concorrenza “chiedendo di indagare sugli abnormi rincari dei prezzi di benzina e gasolio alla pompa e su possibili speculazioni in atto a danno di consumatori e imprese”.
“In questi giorni – aveva spiegato il presidente Carlo Rienzi – i listini dei carburanti venduti presso i distributori sono letteralmente fuori controllo, con la benzina che in modalità self viaggia verso i 2,3 euro al litro e costa in media il 39,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre il gasolio sale addirittura del +51,3%. In alcune zone del paese i carburanti hanno già sfondato la soglia dei 2,5 euro al litro, come Ischia (2,629 euro/litro), La Maddalena (2,589 euro/litro) e Ventotene (2,579 euro al litro)”.
“Il rischio è i rincari dei prezzi alla pompa possano essere dopati da fenomeni speculativi tesi a sfruttare la delicata situazione in Ucraina per incrementare i guadagni a danno di consumatori e imprese – prosegue Rienzi – Per tale motivo presentiamo un esposto all’Antitrust e a 104 Procure di tutta Italia, chiedendo di aprire indagini sul territorio con l’ausilio della Guardia di Finanza e accertare eventuali speculazioni e illeciti, alla luce delle possibili fattispecie di truffa aggravata, aggiotaggio e manovre speculative su merci”.
“Ottima notizia! E’ quello che abbiamo chiesto sabato. Ora la Procura senza anche il ministro Cingolani come persona informata sui fatti, come da noi chiesto, così che possa spiegare ai magistrati il contenuto delle sue importanti dichiarazioni e delle accuse che ha fatto. Anche perché il Mite ha tutti i dati che devono essere comunicati dai distributori, primo passo utile per risalire lungo la filiera e individuare i responsabili delle vergognose speculazioni” commenta il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona.
“La Procura – aggiunge Dona riferendosi ancora all’inchiesta della Procura di Roma sull’aumento dei prezzi – ora mandi la Guardia di Finanza in tutte le società petrolifere e in tutti i distributori d’Italia per tutti gli accertamenti utili a individuare eventuali profili penalmente rilevanti”, prosegue Dona. “Saremo di supporto all’indagine con tutto il dossier che stiamo raccogliendo”.