di Carola Olmi
Salvataggio del Monte dei Paschi di Siena, ci risiamo. Oggi il consiglio di amministrazione della banca darà il via libera al nuovo aumento di capitale da 2,5 miliardi, mentre domani la Commissione europea darà il via libera al piano di ristrutturazione di Monte dei Paschi condizionato però al rispetto degli impegni sottoscritti. Un via libera per il quale Bruxelles attende però almeno l’avvio formale del piano di ristrutturazione. La banca dovrebbe dunque annunciare l’aumento, e insieme una serie di dettagli sui tempi e le modalità di sottoscrizione. Indicazioni che già ieri hanno messo in allarme il mercato, dove l’istituto di Siena è andato giù in picchiata, chiudendo in fondo al listino di Piazza Affari con una flessione del 7,52%. Il dado dell’operazione però è tratto. E come ha spiegato il numero uno Fabrizio Viola, adesso prima si porta a casa il risultato e meglio è.
Fondazione all’angolo
Mentre l’attesa è dunque ottimistica per quanto riguarda la decisione della Commissione europea, più scivolosa è la reazione attesa dagli azionisti, a partire da quella fondazione Mps che ha bruciato quasi interamente il suo capitale, perdendo un patrimonio solo per conservare in modo cocciuto una quota di maggioranza della banca che oggi vale una frazione delle somme raccolte sul mercato per far fronte ai precedenti aumenti da capitale. La banca di Siena, va ricordato, ha distrutto un enorme valore nell’acquisizione della Banca Antonveneta a un prezzo esorbitante. Operazione sulla quale indaga da tempo la magistratura. Tornando all’Europa, i termini dell’accordo per il via libera alla ristrutturazione sono già stati concordati all’inizio di settembre fra le autorità italiane e l’Antitrust europeo guidato dallo spagnolo Joaquin Almunia. Il via libera è condizionato al rispetto degli impegni contenuti nel piano, impegni che riguardano appunto la ricapitalizzazione e le misure sulla gestione dell’istituto di credito. Una gestione che presenta una incontrovertibile discontinuità dopo l’allontanamento dei vertici della stagione più nera, a cominciare da Giuseppe Mussari ora sotto indagine.
Aiuto di Stato da 4 miliardi
Il via libera europeo non era comunque scontato e non è detto che domani non ci sia qualche nuova sorpresa. Il salvataggio del Monte dei Paschi ha in se molte componenti tipiche dei vietatissimi aiuti di Stato (tra Monti bond e altre agevolazioni l’operazione è quantificata in circa quattro miliardi e mezzo). Inoltre, l’istituto sarebbe nel mirino dell’Agenzia delle Entrate. Come anticipato dal Fatto Quotidiano del 15 novembre scorso il Fisco avrebbe rilevato il mancato pagamento d’imposta nell’ambito della cessione della quota di Bnl in pancia a Rocca Salimbeni. E se non bastesse, gli uomini di Attilio Befera sospettano comportamenti illeciti da parte del Monte Paschi Ireland, la controllata irlandese del gruppo. Qui nel mirino è la correttezza della politica di funding (cioè la raccolta di disponibilità finanziarie). Al momento, afferma lo stesso Mps, non è stata formalizzata alcuna contestazione. Ma gli approfondimenti con l’Agenzia restano in corso.