Gli avvocati del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, hanno depositato in Procura a Milano la documentazione che ricostruisce la situazione bancaria dei conti svizzeri. Oltre 200 pagine di documenti per chiarire la situazione bancaria del loro assistito, indagato per autoriciclaggio e falso in voluntary disclosure.
Attilio Fontana e gli altri due conti in Svizzera a sua insaputa
Dalle indagini della procura di Milano è emerso che il presidente della Regione Lombardia avrebbe avuto a disposizione un ‘tesoretto’ di 5,3 milioni di euro. Il primo derivante da un conto aperto in Svizzera dalla madre nel 1997 (3 milioni frutto del lavoro come dentista). Un secondo conto aperto nel 2005 (all’età di 82 anni) su cui vengono convogliati oltre 2 milioni di euro. Il patrimonio, spiegano i legali, “si è accumulato sin dagli anni 70 e si è scoperto che ricomprendeva anche un secondo conto aperto nel 1999 presso altra banca elvetica”, la Banca di Losanna, “circostanza della quale il presidente Fontana era completamente all’oscuro”. Il successivo consolidamento dei due conti “spiega l’ammontare del patrimonio fatto oggetto di emersione”. La Procura sta ora verificando il materiale messo a disposizione. “Siamo preparati ai commenti e alle battute di ogni genere”, concludono i due avvocati.
La nota però non fa chiarezza su come siano stati accumulati e come siano finiti 2,5 milioni di euro sul conto aperto nel 2005 sempre presso Ubs. E poi schermato da due trust e da una fondazione familiare in Liechtenstein. Il Fatto Quotidiano spiega oggi che se per il conto Ubi del 1999 sappiamo la data di nascita. Ma resta sconosciuto l’inizio dell’attività del conto dal quale nel 1997 saranno bonificati i 3,5 milioni. Insomma pare che non se ne esca a breve. E che le carte portate dalla difesa non siano ad oggi utili a dissipare i dubbi della Procura. Secondo l’accusa parte degli oltre cinque milioni sarebbero riconducibili non solo all’evasione della madre di Fontana.
La nota dei legali
“L’avvocato Attilio fontana attraverso i suoi difensori Jacopo Pensa e Federico Papa ha depositato, mantenendo gli impegni assunti con la procura, la documentazione che consente di ricostruire con chiarezza il patrimonio estero ereditato dai genitori”. E’ quanto si comunica in una nota dei difensori del presidente della Regione Lombardia, Attilio fontana, in merito al filone dell’inchiesta sul caso camici, in cui il governatore e’ indagato per autoriciclaggio e falso in voluntary disclosure.
“Tale patrimonio – si legge ancora – si e’ accumulato sin dagli anni 70 e si e’ scoperto che ricomprendeva anche un secondo conto aperto nel 1999 presso altra banca elvetica; circostanza della quale il presidente fontana era completamente all’oscuro. Il consolidamento dei due conti successivamente avvenuto spiega l’ammontare del patrimonio fatto oggetto di emersione. La procura sta verificando il materiale messo a disposizione. Siamo preparati – chiosa la nota – ai commenti e alle battute di ogni genere”.