Sono soprattutto i suoi di Fratelli d’Italia ad aspettarsi dal vertice del 30 agosto, quando la presidente del Consiglio Giorgia Meloni incontrerà i due vicepremier e alleati di Forza Italia e Lega, Antonio Tajani e Matteo Salvini, parole chiare sui dossier che incombono sul governo. Un vertice che si preannuncia tutto politico nell’attesa che Meloni indichi la rotta e lo spirito con cui la maggioranza dovrà prepararsi ad affrontare tutte le questioni irrisolte.
Finora la premier si è tenuta a distanza dalle polemiche agostane, prima fra tutte quella sulle regole per la cittadinanza italiana, che pare già essersi sgonfiata con Tajani che ha aggiustato il tiro, spiegando – dopo aver ingaggiato un corpo a corpo con la Lega – che lo ius scholae non è la priorità. Il focus del vertice, per il vicepremier azzurro, non sarà certo lo ius scholae ma sarà la Manovra. E qui son dolori.
Margini risicati per la Manovra: la discussione al vertice del 30 agosto
Solo per rinnovare le nove misure per famiglie e imprese, dal taglio del cuneo fiscale alla riforma dell’Irpef, ci vogliono quasi 17 miliardi. E la coperta è cortissima sia per l’alto debito, che sfiora i tremila miliardi, sia per le regole del nuovo Patto di Stabilità che imporranno tagli per rientrare dal deficit eccessivo pari a circa dieci miliardi l’anno.
Ma non c’è solo la legge di Bilancio a cui dedicare sforzi, entro il 20 settembre il governo dovrà mettere a punto il piano pluriennale di spesa da inviare a Bruxelles, che sarà poi approvato nel pacchetto di autunno del semestre europeo, insieme proprio alle raccomandazioni sul deficit.
Con la caccia alle risorse aperta al ministero dell’Economia c’è anche il cantiere previdenziale. E il tema delle pensioni potrebbe creare qualche tensione tra gli alleati. La Lega guarda alle uscite anticipate, Forza Italia ad aumentare le minime.
Stallo sulle nomine Rai prima del vertice
Ma prima ancora c’è il tema delle nomine Rai. Il Cda è scaduto, la presidente si è dimessa. E ancora non sono state avviate le procedure per le nuove nomine. Le Camere prima di chiudere i battenti hanno fissato a settembre le sedute per votare i consiglieri. Lo schema resta quello iniziale con l’attuale direttore generale Giampaolo Rossi (voluto da Meloni) che diventerebbe amministratore delegato e Simona Agnes, consigliera in quota Forza Italia, presidente.
Un accordo di massima c’era ed era stato raggiunto al tavolo più ampio delle nomine (che ha visto un ricambio ad esempio in Ferrovie), quindi, è il ragionamento dei meloniani, non dovrebbero sorgere questioni da parte dei leghisti. Ma il Carroccio non intende rimanere a bocca asciutta e sarebbe pronto a reclamare la figura del direttore generale (non obbligatoria nella governance).
Ultima spiaggia
Altrettanto complicato sarà venire a capo dell’annosa questione delle concessioni per le spiagge: la Commissione spinge per le gare. La maggioranza ha promesso proroghe ai balneari che non passerebbero a Bruxelles, dove il dossier è a un passo dalla Corte di giustizia. Prima del vertice invece potrebbe già trovare soluzione l’indicazione del commissario Ue da mandare a Bruxelles. Salvo sorprese il nome dovrebbe essere quello di Raffaele Fitto.
La spada di Damocle delle riforme
Sull’emergenza carceri, poi, se il ministro Carlo Nordio ha aperto a soluzioni alternative alla detenzione contro il problema del sovraffollamento, che sta a cuore a Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega sono contrarie a soluzioni che potrebbero essere considerate un colpo di spugna.
A settembre poi tornerà sotto i riflettori anche la riforma costituzionale sul premierato mentre, come una spada di Damocle, sull’Autonomia differenziata infuriano la battaglia referendaria, i ricorsi delle Regioni alla Consulta (ultima la Campania) e i dubbi di Forza Italia. Il vertice potrebbe essere decisivo anche per chiudere i giochi in Liguria, dove le interlocuzioni continuano ma la quadra non c’è. Il timore di perdere la regione, infatti, dopo le vicende giudiziarie che hanno investito Toti, è molto forte.
I nomi restano quelli già circolati, come la fedelissima dell’ex governatore, Ilaria Cavo, o il coordinatore regionale di Forza Italia Carlo Bagnasco. La premier fino a oggi, salvo freddi comunicati diffusi da Palazzo Chigi, è intervenuta solo per difendere la sorella Arianna. Ora tutti aspettano da parte sua parole chiare per andare avanti. E allora sono prevedibili richiami agli alleati alla responsabilità e alla sobrietà. Basteranno a sopire le tensioni nella maggioranza?