Oltre cento morti e più di 200 feriti. Questo il bilancio dell’attentato che ieri ha colpito l’Iran. Due esplosioni sono avvenute lungo la strada che porta al cimitero di Kerman, nel sud-est del Paese, mentre le persone si recavano con altre migliaia di pellegrini a rendere omaggio alla tomba di Qassem Soleimani, il comandante della Forza Qods dei Pasdaran e nemico numero uno dello Stato ebraico, ucciso esattamente quattro anni fa in un raid americano all’aeroporto di Baghdad. Le autorità iraniane parlano di attacco “terroristico” – finora non rivendicato da nessuno – ma si astengono dall’individuare esplicitamente un colpevole.
Il bilancio dell’attentato che ieri ha colpito l’Iran è di oltre cento morti e più di 200 feriti
La duplice esplosione di Kerman è avvenuta all’indomani dell’attacco a Beirut in cui è stato ucciso il numero due di Hamas Saleh al-Arouri e nel pieno delle tensioni con gli Usa e Israele per il conflitto mediorientale. Ma a respingere qualsiasi sospetto su un’eventuale mano di Israele nella strage, sono intervenuti subito gli americani: “Non ci sono informazioni indipendenti su quanto accaduto in Iran, è troppo presto per fare valutazioni ma non abbiamo alcun motivo di pensare che Israele sia coinvolto”, ha detto il portavoce del dipartimento di stato Usa, Matthew Miller, escludendo anche qualsiasi coinvolgimento degli Usa nell’episodio.
“La risposta sarà forte e distruttiva e nel più breve tempo possibile”
Gli “odiosi criminali” dietro al duplice attentato di Kerman avranno una “risposta severa” e la “giusta punizione”, ha detto la Guida suprema iraniana, Ali Khamenei, accusando genericamente quelli che ha definito “i nemici diabolici della nazione iraniana”. Il presidente Ebrahim Raisi – che ha cancellato la prevista visita di oggi in Turchia – ha affermato che i colpevoli saranno “presto identificati e puniti” e che “i nemici della nazione devono sapere che queste azioni non potranno mai spezzare la solida determinazione della nazione iraniana”. La risposta iraniana sarà “forte e distruttiva e nel più breve tempo possibile”, ha avvertito il ministro dell’Interno, Ahmad Vahidi, sottolineando comunque che le indagini sono ancora in corso per identificare i colpevoli.
Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha “condannato con forza” l’attacco. Anche la Ue ha stigmatizzato “con la massima fermezza” questo “atto di terrore” e ha espresso la propria “solidarietà al popolo iraniano”. Durissima, sebbene più scontata vista la vicinanza all’Iran, anche la reazione del presidente russo Vladimir Putin, secondo il quale “le uccisioni di civili mentre visitano un cimitero sono scioccanti per crudeltà e cinismo”. “Condanniamo con forza il terrorismo in ogni sua forma e manifestazione e riaffermiamo il nostro impegno a combattere senza compromessi questo male”, ha aggiunto Putin. Da parte sua il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si è detto “profondamente rattristato per l’atroce attacco terroristico”.
La Casa Bianca ha escluso il coinvolgimento di Usa e Israele
La figura di Soleimani, nel frattempo, è stata commemorata anche in Iraq da migliaia di persone che si sono radunate nella città santa sciita di Najaf. Mentre una cerimonia solenne si è svolta all’aeroporto di Baghdad alla presenza del primo ministro, Muhammad Sudani, che ha ricevuto i familiari delle dieci vittime dell’attacco americano: oltre a Soleimani, altri quattro ufficiali dei Pasdaran e i leader di milizie irachene sostenute dall’Iran. Anche il leader dell’Hezbollah libanese, Hasan Nasrallah, in un discorso a Beirut ha reso omaggio al capo della Forza Qods ucciso dagli americani, affermando in un discorso che “i successi di Hamas dalla Striscia di Gaza sono dovuti al lavoro compiuto per anni da Qasem Soleimani”.