Per il capo della Polizia, Franco Gabrielli, l’attacco di Strasburgo “è il campanello d’allarme di una minaccia che sappiamo essere immanente e che riguarda il nostro continente”. “Aspettiamo di capire le dinamiche del gesto – ha aggiunto Gabrielli – ma quando un’azione colpisce così in modo indiscriminato si tratta di terrorismo, al di là delle motivazioni”.
“Tutti i feriti e le vittime – ha detto ancora il capo della Polizia – sono degni di rispetto ma quando si parla di connazionali siamo più coinvolti emotivamente. Il fatto che un giovane connazionale sia in condizione di pericolo è motivo di dolore”.
Rispondendo alla domanda, se vi siano rischi per l’Italia, Gabrielli ha sottolineato che “la prevenzione non sempre è raccontabile”. Dal gennaio 2015, “360 persone sono state allontanate perché pericolose”. “I risultati positivi – ha sottolineato – ci sono. La veicolazione di informazioni permette di prevenire forme di radicalizzazione”.
“Oggi – ha concluso Gabrielli – l’Italia è un Paese sicuro. I cittadini non possono cambiare le loro abitudini, devono vivere e pretendere che le forze di sicurezza facciano al massimo la loro attività. Finora ci siamo riusciti”.