Il movente ancora non c’è. Per il momento non arriva nessun chiarimento sulle ragioni che hanno portato Thomas Matthew Crooks a sparare contro Donald Trump durante un comizio in Pennsylvania. L’Fbi ha pubblicato un aggiornamento sulle sue indagini sul tentato omicidio di Donald Trump, ma ha confermato di non essere ancora riuscita a identificare il movente per cui Crooks avrebbe tentato di assassinare l’ex presidente.
L’agenzia ha comunque precisato che sta “lavorando per determinare la sequenza degli eventi e i movimenti dell’assassino prima della sparatoria” e sta esaminando tutte le prove raccolte.
Attentato a Trump, ancora sconosciuto il movente
Nella dichiarazione dell’Fbi si spiega ancora: “Mentre l’indagine fino ad oggi indica che l’assassino ha agito da solo, l’Fbi continua a condurre un’attività investigativa logica per determinare se ci fossero cospiratori associati a questo attacco”.
Crooks non aveva reati pregressi conosciuti e l’arma utilizzata per cercare di assassinare Trump, rimasto lievemente ferito all’orecchio destro, era stata acquistata legalmente. “Al momento non ci sono preoccupazioni per la sicurezza pubblica”, ha affermato l’Fbi.
Le parole di Trump
In un’intervista al New York Post, Trump è tornato a parlare dell’attentato di sabato: “Non dovrei essere qui, dovrei essere morto. Dovrei essere morto”. L’ex presidente parla di “un’esperienza davvero surreale: il medico dell’ospedale ha detto di non aver mai visto nulla di simile, lo ha definito un miracolo”.
Trump ha anche chiarito un dettaglio sulle sue scarpe subito dopo l’attentato. Nel video della sparatoria e degli attimi immediatamente successivi, mentre gli agenti del Secret Service cercavano di portarlo giù dal palco, Trump ha invitato tutti a fermarsi un attimo: “Aspettate, voglio prendermi le scarpe”, ha detto.