Il premier Sunak è impazzito: ha indetto elezioni anticipate in Uk per il 4 luglio, benché i conservatori nei sondaggi siano al 23% contro il 44 dei laburisti. Non ci sono più gli inglesi pragmatici di una volta.
Renzo Volani
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Gentile lettore, se la butta sul generico, le potrei rispondere che è sempre stato tipico degli inglesi attaccare prima di essere attaccati. Lo fecero per esempio in Nord Africa nel 1940, quando con forze nettamente inferiori aggredirono preventivamente le armate del gen. Graziani, infliggendogli perdite disastrose. Ma con questi paragoni non si va da nessuna parte. La decisione di Sunak, che avrebbe potuto aspettare l’autunno, è molto discussa, ma non è una pazzia. Sono anni che i laburisti nei sondaggi distaccano il Tory di 20 punti. Sunak ha fatto un calcolo. In questo momento l’economia è in crescita dopo una dolorosa recessione e l’inflazione è scesa più del previsto, avvicinandosi al 2%. Tra un paio di settimane la Banca d’Inghilterra taglierà i tassi (oggi al 5,25%) con grande sollievo delle famiglie. Attendere mesi per il voto avrebbe potuto vanificare tali vantaggi. Basterà questo a capovolgere la situazione? Non credo: dopo 14 anni di governi conservatori e dopo le ridicole prove di Boris Johnson e Liz Truss al 10 di Downing Street, i sudditi ne hanno alla nausea. È probabile che Sunak miri, se non a vincere, almeno ad azzoppare la vittoria dei laburisti: se questi non prendessero la maggioranza assoluta dei seggi, dovrebbero governare con l’appoggio di partitini tipo i nazionalisti scozzesi e i lib-dem: sarebbe un governo debole e, si presume, di breve durata.
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