La denuncia arriva dal servizio stampa della centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina, attualmente sotto il controllo russo: un bombardamento ucraino, raccontano, avrebbe colpito “infrastrutture critiche” dell’impianto, anche se fortunatamente non ci sono state conseguenze per le persone né per la struttura.
Il servizio russo racconta che una bomba è caduta a pochi metri da un deposito di stoccaggio del carburante diesel, secondo quanto riporta la Tass citando una fonte. Il servizio stampa attacca le forze armate ucraine sostenendo che “continuano ad attaccare la centrale nucleare di Zaporizhzhia e la città di Enerhodar”.
Attacco ucraino a Zaporizhzhia: la denuncia del servizio filo-russo
Secondo quanto scritto dai filo-russi, “è stato registrato il bombardamento delle infrastrutture critiche della stazione. Un ordigno esplosivo è stato lanciato nell’area recintata, dietro la quale si trovano i serbatoi con gasolio. Se colpissero i serbatoi, potrebbero esserci conseguenze disastrose”. Il direttore dell’impianto, Yuriy Chernichuk, assicura comunque che l’attrezzatura e il personale non hanno subito danni e che gli esperti hanno visto il sito colpito dall’ordigno e ne informeranno l’Aiea.
Medvedev chiede all’Ucraina una resa incondizionata
Dalla Russia, invece, i segnali non cambiano. Per il vicepresidente del Consiglio di sicurezza, Dmitri Medvedev, l’Ucraina dovrebbe riconoscere la sua sconfitta militare, passando a una “resa completa e incondizionata”: Kiev dovrebbe essere smilitarizzata e ci dovrebbe essere il divieto di creare in futuro formazioni paramilitari sui suoi territori.
Per Medvedev “tutti capiscono perfettamente, compresi gli arroganti bugiardi occidentali, che la pace può essere raggiunta o dalla volontà reciproca delle parti sulla base di un ragionevole compromesso o dalla resa di una delle parti in conflitto”.