La responsabilità non è solo di Israele, ma anche degli Stati Uniti, in quanto principale alleato di Tel Aviv. Per l’Iran l’attacco che ha distrutto il consolato e la residenza dell’ambasciatore iraniano a Damasco, causando la morte di 11 persone, ha più di una responsabilità.
“La nostra risposta sarà dura”, assicura l’ambasciatore Hossein Akbari. La responsabilità del raid è stata attribuita a Israele. L’edificio di Damasco, secondo l’agenzia di stampa statale Sana, sarebbe stato raso al suolo.
Le accuse dell’Iran a Israele e Stati Uniti
Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, ha comunicato di aver inviato un messaggio agli Stati Uniti, comunicando che li ritiene responsabili dell’attacco in quanto principali alleati di Israele.
Il ministro ha annunciato su X: “Alle 00:45 di questa mattina, un funzionario dell’ambasciata svizzera, agendo in qualità di rappresentante degli interessi statunitensi in Iran, è stato convocato presso il ministero degli Affari esteri. Durante l’incontro, sono state discusse le implicazioni dell’attacco terroristico e criminoso attribuito al regime israeliano, evidenziando la responsabilità del governo Usa. Un importante messaggio è stato trasmesso al governo degli Stati Uniti, in quanto sostenitore del regime sionista. Gli Stati Uniti devono essere ritenuti responsabili”.
Gli Stati Uniti hanno risposto all’Iran sostenendo di non essere coinvolti né di essere a conoscenza dell’attacco israeliano. Per il momento l’esercito israeliano non ha ancora commentato l’attacco, ma i raid di Tel Aviv in Siria non sono una novità: sono diversi quelli che si sono verificati negli ultimi anni e in questi mesi, da quando è iniziata la guerra contro Hamas a Gaza, gli episodi si sono intensificati. Così come gli scontri con Hezbollah al confine tra Libano e Israele. Tel Aviv solitamente non rivendica le sue azioni in Siria, ma ha comunque dichiarato di aver preso di mira le basi di gruppi alleati dell’Iran, come fa anche con Hezbollah.
Dalla Cina è arrivata una condanna agli attacchi israeliani, con Pechino che ha espresso contrarietà verso “qualsiasi azione che porti a un’escalation delle tensioni”. Per il portavoce del ministero degli Esteri cinese, “la sicurezza delle sedi diplomatiche non può essere violata e la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale della Siria devono essere rispettate”.