Tremori, sudorazione, sensazione di soffocamento, vampate. Tutti o quasi, prima o poi, hanno sperimentato la tremenda sensazione di tutti quei sintomi che, nell’insieme, creano una perdita di controllo momentanea che genera quello che viene definito un attacco di panico. Sono oltre 10 milioni gli italiani a soffrire di questa patologia. È il dato che emerge da una ricerca dell’Associazione liberi dal panico e dall’ansia (Alpa). Quello che non tutti sanno è che l’attacco di panico è classificato tra i disturbi d’ansia, a loro volta inclusi tra i più comuni disturbi psichiatrici. Questa mancanza di informazione, spesso, genera noncuranza rispetto a questo tipo di problema e, quindi, nessuna ricerca di rimedi a livello medico-psicologico, talvolta con conseguenze di cronicizzazione (con recidive), per qualcuno. Per altri, fortunatamente, il percorso si esaurisce da solo e la guarigione praticamente completa. Ma avere come obiettivo togliere gli attacchi di panico è sbagliato, dicono gli esperti.
Troppo stress – Il farmaco può essere molto utile ma solo se inserito all’interno di un trattamento più complesso che preveda inevitabilmente la presenza di uno psicoterapeuta. Paziente e psicoterapeuta, insieme, potranno indagare il valore e la funzione del sintomo rappresentato dall’attacco di panico. Se indispensabile, il farmaco potrà funzionare come una stampella, un aiuto per procedere con la psicoterapia e man mano che questa andrà avanti, diventare sempre meno supportivo da essere via via scalato e infine sospeso. Statisticamente è stato dimostrato che nelle donne questo disturbo è anche due o tre volte maggiormente presente, rispetto agli uomini, e che si tratta di episodi che, spesso, compaiono in adolescenza o con l’avvento dell’età adulta. Per quanto riguarda le cause, la scienza è ancora al lavoro per determinare, con precisione, cosa si innesca, e perchè, a livello fisico. A livello psichico, invece, è più semplice determinare una causa generale: lo stress.
Reazione smisurata – Un momento particolarmente difficile da superare (un lutto, una separazione, un esame molto importante o un avvenimento che carica di aspettative e preoccupazioni) può innescare una reazione spropositata all’ansia, generando un overflow di sensazioni e sentimenti, come un uragano che prende tutto con sè senza lasciare più la possibilità di controllarsi e di scindere le varie emozioni in arrivo. L’attacco di panico, dunque, si scatena perché esiste un sistema di allarme nel cervello che scatta in maniera sbagliata. Il panico è quindi un falso allarme che segnala il rischio di morte per una disfunzione del corpo. È una difesa, quindi, un modo originale di difenderci, di tutelarci. Da qui possiamo capire perché gli attacchi di panico non vadano eliminati prima di capire la loro specifica funzione per quella specifica e unica persona. Di attacchi di panico non si muore e si può facilmente anche guarire.