La partita del sovranismo e quella identitaria in Italia la giocano tutti i leader del centrodestra. Ma declinata in diverse versioni. Quella più esasperata la porta avanti la Lega che non guarda in faccia a nessuno ed è pronta per giocarla anche a superare alcuni limiti invalicabili. Come il rispetto per il capo dello Stato Sergio Mattarella.
Rispetto che domenica è venuto meno. “Se il presidente pensa davvero che la sovranità sia dell’Unione europea invece che dell’Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi, perché la sua funzione non avrebbe più senso”, ha detto il senatore della Lega Claudio Borghi che ha trovato sponda nel suo leader Matteo Salvini.
L’arrampicata sugli specchi di Salvini
Che ieri però ha provato a rimescolare le carte e a fare una parziale marcia indietro. “Nessuna polemica col presidente Mattarella, il presidente ha il rispetto mio e della Lega”, ha detto il vicepremier.
E questo mentre Borghi “straconfermava” quanto detto il giorno prima sul presidente della Repubblica. Insomma, il discorso leghista nella sostanza non cambia ma Salvini cerca di stemperare i toni. “Non c’è nessuna polemica con il presidente Mattarella – sottolinea il ministro – che è il garante della Costituzione, che però prevede che la sovranità appartiene al popolo, non all’Unione europea”.
Prende le distanze, nel derby che queste Europee comporteranno tra Lega e Forza Italia per accaparrarsi il posto di secondo partito nella coalizione, Antonio Tajani.
“Inutile dire che non siamo europei: siamo europei, è una questione di identità culturale e storica. Questo non vuol dire che dobbiamo rinunciare alla nostra identità italiana. La penso come Mattarella”, dice il vicepremier e leader degli azzurri.
Secondo cui “il giorno della festa della Repubblica chiedere le dimissioni del presidente è certamente fuori luogo”.
Il finto stop alla Lega di Meloni
Finge di stoppare Salvini anche Giorgia Meloni. “Sono stata molto contenta che Salvini abbia chiarito perché era importante farlo, particolarmente nella giornata del 2 giugno, una giornata nella quale bisogna evitare il più possibile le polemiche”.
In realtà se la prende con la sinistra. “Manca di rispetto a Mattarella chi lo vuole tirare nelle beghe della politica”, dice. Parole rivolte allo schieramento avversario. Proprio la riforma del premierato, per Meloni, “è al fondo delle strategia in cui si raccontano presunte divergenze tra il governo” e il Colle. Strategia, argomenta la premier, con cui “partiti deboli continuano a trincerarsi dietro il ruolo del capo dello Stato”.