L’aver scontato 3 anni e mezzo di squalifica non riabilita Alex Schwazer. Almeno per il circuito dell’Atletica italiana, che è contrario alla sua partecipazione all’Olimpiade di Rio 2016. Il ritorno alle gare del marciatore altoatesino ha scatenato forti polemiche e la presa di posizione del saltatore in alto, Gianmarco Tamberi, campione del mondo dei Mondiali indoor. “Vergogna d’Italia, squalificatelo a vita, la nostra forza è essere puliti, noi non lo vogliamo in nazionale”, ha scritto su Facebook, lasciando chiaramente intendere di non volerlo come compagno di nazionale ai Giochi Olimpici in Brasile.
Il ritorno di Alex Schwazer
Il caso Schwazer destò molto scalpore: vincitore dell’oro olimpico a Pechino, risultò positivo all’antidoping nel 2012 subendo la squalifica di 42 mesi. Le conseguenze sono state pesanti: gli sponsor hanno stracciato i contratti e le persone a lui più vicine hanno parlato della difficoltà psicologica. Anche prima della fine del lungo stop, però, l’atleta ha sempre detto di avere un obiettivo: partecipare all’Olimpiade di Rio 2016, affidandosi al medico anti doping Sandro Donati per lanciare un segnale di pulizia. Così ha svolto un intenso piano di preparazione per arrivare in forma all’appuntamento. Annunciando la sua partecipazione alla marcia di Roma, il prossimo 8 maggio, Schwazer ha dichiarato: “Gareggiare a Roma sarà un’emozione unica. Punto subito ad un gran risultato sia individuale che soprattutto di squadra sognando per tutti i 50 chilometri la partecipazione alle Olimpiadi di Rio de Janiero”.
Ma nell’ambiente in molti non sono affatto contenti. Tamberi si è preso la responsabilità di affermarlo pubblicamente, altri lo pensano. E lo hanno anche fatto sapere ai vertici della Fidal, che è comunque orientata verso la linea più garantista: Schwazer ha pagato il conto con la giustizia sportiva e ora ha tutto il diritto di giocarsi le proprie chance.