La questione Astrazeneca non si è chiusa di certo con il via libera da parte dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) alla somministrazione. Proprio a Bruxelles sembra che ci sia un conto in sospeso con l’azienda anglo svedese. La società farmaceutica ha creato, con la sua “pessima performance” nella produzione e consegna dei vaccini anti-Covid” agli Stati membri dell’Ue, “un problema molto serio di reputazione per tutti noi”; ed è “una vergogna”, anche perché “molta gente sta morendo perché non sono arrivate le dosi”, in particolare in Paesi con una situazione epidemiologica che si è aggravata.
Lo ha affermato la responsabile della Direzione generale Salute e sicurezza alimentare (Sante) della Commissione Europea, Sandra Gallina (nella foto), precisando che questi problemi ci sono stati solo con la società anglo-svedese, da cui in questo primo trimestre dell’anno “non abbiamo ricevuto neanche un quarto delle consegne” previste dal contratto per circa “un centinaio di milioni”.
PROMOSSI E BOCCIATI. Le altre due aziende produttrici dei vaccini finora utilizzati nell’Ue, Pfizer-BioNTech e Moderna hanno avuto invece solo “qualche intoppo” nella produzione che è durato lo spazio di “una settimana” ed è stato poi risolto. AstraZeneca, ha sottolineato Gallina, sta producendo i suoi vaccini “solo in uno dei cinque stabilimenti che erano indicati nel contratto come impianti funzionanti che dovevano rifornire il mercato europeo”, e una di queste fabbriche sta solo ora completando le procedure di autorizzazione alla produzione per l’Ue.
La Commissione ha già inviato una lettera di messa in mora ad AstraZeneca per attivare, per ora a livello di discussioni dirette fra le parti, il meccanismo di risoluzione delle controversie previsto dal contratto, e “prenderà tutte le iniziative e userà tutti gli strumenti a sua disposizione per risolvere la situazione”, ha assicurato Gallina, precisando che l’obiettivo è “ottenere le dosi” previste dal contratto. Per quanto riguarda le esportazioni dei vaccini, la direttrice generale ha definito “molto utile” il dispositivo di controllo che è stato attuato dall’Ue, “perché ora vediamo quello che avviene”.
E, ha aggiunto, “posso dire che le aziende che rispettano gli accordi stanno anche esportando, ma per noi è importante che i contratti vengano rispettati. Poi, siamo un continente aperto, esportiamo in circa 30 paesi, siamo i maggiori fornitori di vaccini nel mondo, visto che gli altri, de jure o de facto hanno chiuso il loro export” (il riferimento, implicito, è agli Usa e al Regno Unito). Ma perché la vicenda di AstraZeneca è stata così negativa? “Perché era un vaccino a basso costo e c’erano in gioco enormi quantitativi per le consegne nel primo e secondo trimestre dell’anno”.
Il contratto prevedeva in una clausola confidenziale che l’azienda avrebbe consegnato in totale 120 milioni di dosi ai paesi Ue alla fine del primo trimestre e 300 alla fine del secondo. “Non avere le dosi di AstraZeneca ha creato perciò dei problemi molto gravi in tutta Europa”. Infine, Sandra Gallina ha parlato della possibilità di raggiungere l’obiettivo di vaccinare pienamente il 70 per cento della popolazione adulta dell’Ue entro la fine dell’estate. “Aspettavamo per il primo trimestre 150-200 milioni di dosi, ma saranno forse 100 milioni; per il secondo trimestre è probabile che arriviamo a 300 milioni. Queste non sono necessariamente le cifre previste dai contratti, ma non vogliamo ‘gonfiarle’ includendo le consegne di AstraZeneca, se quest’azienda non cambia politica”.
L’obiettivo del 70 per cento “significa 255 milioni di persone sopra i 18 anni, e dovremmo farcela con i vaccini che avremo alla fine del secondo trimestre”, contando anche sul nuovo vaccino monodose Johnson & Johnson, già approvato dall’Ema e che arriverà a cominciare da metà aprile.
PATTI CHIARI. Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, durante l’audizione di Sandra Gallina ha affermato che “La Commissione europea si dice pronta a tutto ma non affronta alla radice il problema della capacità di produzione dei vaccini: per raggiungere questo obiettivo serve la liberalizzazione del brevetto. Cosa aspettiamo dunque a sospendere i brevetti e avviare una produzione europea che garantisca la fornitura dei vaccini a tutti i cittadini?”, si è chiesta l’eurodeputata.