“Non c’è alcun problema nel fare la seconda dose di Astrazeneca”, assicura il generale Francesco Paolo Figliuolo, mentre attraversa il Paese per verificare lo stato degli hub vaccinali, rivolgendosi ai quasi due milioni e mezzo di italiani che hanno già ricevuto il vaccino anglo-svedese. È ottimista dopo aver ricalibrato il controverso vaccino sugli over 60 e stigmatizzato con il premier Mario Draghi le iniquità della campagna (una dose su 5 è andata fuori dalle categorie prioritarie).
Giovedì si è raggiunto il record delle 299mila dosi somministrate. Vicino a quota 300mila, obiettivo fissato come step intermedio prima del traguardo del mezzo milione al giorno, slittato a fine aprile. Ma c’è una novità: l’ipotesi di posticipare fino a 42 giorni il richiamo di Pfizer, il vaccino più disponibile per quantità e il più affidabile nell’immaginario collettivo. “è possibile allungare l’intervallo da 21 a 42 giorni senza perdere l’efficacia della copertura – dice Franco Locatelli, coordinatore del Cts -. Questo consente di incrementare le persone che possono ricevere la prima dose”.
“I dati di Israele e Gran Bretagna ci dicono che si può fare, con dei risultati decisamente buoni – commenta Massimo Galli dell’ospedale Sacco di Milano -. Con qualche paletto: non me la sentirei di fare questa operazione per i più fragili, persone da cui ci si aspetta una risposta immunitaria meno valida”. Il nodo, dunque, resta sempre quello della fascia d’età 70-79 anni, molto colpita da casi mortali di coronavirus, che è stata vaccinata finora al 16 per cento con una dose e appena al 2,3 per cento con due dosi. Ci sono quindi ancora quasi 5 milioni di 70enni da vaccinare.
Tra gli over 80 invece i vaccinati con una dose sono il 30,8 per cento, il 37,4 per cento con due dosi; ne restano da immunizzare un milione e mezzo. L’indicazione del governo, ribadita con forza da Draghi e da Figliuolo, è vaccinare gli anziani, legando ai risultati le riaperture. Ma è ancora da decidere il da farsi con le categorie prioritarie che ancora attendono la prima dose. In particolare, 300mila membri delle forze dell’ordine e 400mila del personale scolastico.
Si potrebbe rimandare per privilegiare appunto i fragili, ma su questo si attende la direttiva di Figliuolo, che dovrebbe contenere criteri uniformi per tutte le Regioni. Sdoganata la seconda dose di Pfizer a 42 giorni, la prossima frontiera potrebbe essere l’uso di un vaccino diverso per il richiamo, come sperimentato in Gran Bretagna. In Italia il problema si porrà da maggio, per chi ha ricevuto la prima dose Astrazeneca a febbraio.