Due donne che dialogano dai due versanti dell’oceano per risollevare l’economia globale e che per il momento, almeno, hanno la stessa visione. Da una parte la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde (nella foto), che ieri intervenendo agli State of the Union 2021 dello European University Institute di Firenze si è detta “davvero convinta che la risposta dell’Unione europea alla crisi sia stata impressionante, coordinata e decisiva”. Una velocità senza dubbio maggiore rispetto a quanto accaduto durante la passata grande crisi finanziaria.
PIÙ LAVORO. Sulla sponda americana è stata invece la segretaria al Tesoro Usa, Janet Yellen, a rasserenare anche lì i mercati, allontando l’ipotesi di una restrizione degli stimoli economici. “Non credo a una spirale inflativa; l’attuale aumento dei prezzi è solo transitorio”, ha detto la Yellen, aggiungendo che l’amministrazione Biden si aspetta nel 2022 il ritorno alla piena occupazione sul suolo americano. Gli aiuti dunque finiranno – e questo terrorizza le Borse insieme al rialzo dei tassi – ma di ciò non si parlerà a breve.
E dunque c’è tutto il tempo per continuare a rimettere in piedi le imprese e ripristinare dinamiche più fisiologiche per l’occupazione. Di sicuro, quanto detto dalla Lagarde rispetto alla reattività delle banche centrali e dell’Unione europea è innegabile. “Se si mettono insieme i pacchetti di stimolo fiscale con quelli dell’area euro, assieme agli stabilizzatori automatici, siamo a quasi il 7% del Pil” di espansione di bilancio, ha spiegato Lagarde. Uno sforzo a cui la politica monetaria di Francoforte ha contribuito per oltre il 2% del Pil.