Roma, 8 lug. (askanews) – Nella giornata internazionale dedicata al Mar Mediterraneo, l’8 luglio, il Wwf ha pubblicato il report “Non c’è salute in un ambiente malato” con l’obiettivo di far riflettere sull’impatto dell’inquinamento sulla vita di tutti e rendere più consapevoli di cosa si possa fare per evitarlo.Dai dati emerge infatti che l’87% del Mediterraneo ha problemi di inquinamento, soprattutto legati a metalli tossici, sostanze chimiche industriali e rifiuti di plastica. Con la campagna Our Future, l’associazione ambientalista lancia una collana dedicata agli inquinanti presenti sul Pianeta, partendo dall’acqua, il cui inquinamento chimico è tra le principali minacce per la salute dell’ambiente e delle persone.Mari, fiumi laghi, zone umide e falde acquifere sono pesantemente colpiti soprattutto da pesticidi e nutrienti provenienti dall’agricoltura, metalli pesanti, agenti patogeni e residui chimici da fanghi e acque reflue non trattate sia industriali sia urbane.Fino a 400 milioni di tonnellate di sostanze chimiche provenienti da impianti industriali vengono scaricate ogni anno nelle acque del mondo. Il Wwf segnala che in Europa meno della metà (44%) dei corpi idrici superficiali è in buono o ottimo stato ecologico, anche dal punto di vista chimico. In Italia il 13% dei fiumi e l’11% dei laghi non raggiungono il buono stato, ma il 9% e il 20% rispettivamente non sono ancora classificati. Inoltre, la plastica è una delle contaminazioni chimiche più pervasive e persistenti. Il Mediterraneo è il mare con un triste primato: la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata nelle profondità marine: 1,9 milioni di frammenti per metro quadro, superando il limite massimo tollerabile oltre il quale non c’è più sicurezza di mantenere condizioni favorevoli alla vita e al benessere umano.
24/11/2024
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