Roma, 2 nov. (askanews) – Migliaia di volontari arrivano nelle zone allagate di Paiporta e Valencia, in Spagna, per aiutare a rimuovere i detriti e pompare acqua dalle strade e dalle case, mentre il bilancio delle vittime è salito a 211 e sono sempre più vane le speranze di trovare sopravvissuti dopo le catastrofiche alluvioni provocate da Dana.”È traumatico, la parola è traumatico. Ho visto gente morire in macchina, i pali della luce cadere nell’acqua, l’acqua fino alle ascelle, non potevamo muoverci, la gente ci dice: c’è luce nell’acqua! Non abbiamo potuto fare nulla. Sopravvivere, sopravvivere”, racconta ad Afp Cristian Pastrana, tatuatore e residente di Paiporta.”Ho perso tutto, ho perso il lavoro, ho perso la macchina, la moto, ho una donna al piano di sopra su una sedia a rotelle, volevo portarle acqua e cibo, non abbiamo niente – spiega a France Presse Norma Lagunas, residente di La Torre – non abbiamo acqua, va e viene, non c’è elettricità, non c’è niente, non possiamo parlare al telefono, la cosa peggiore è che non possiamo comunicare”.Le inondazioni hanno travolto veicoli, fatto crollare ponti e coperto le città di fango, nel peggior disastro che la Spagna abbia mai visto negli ultimi decenni.”Questo è stato il problema con i binari del treno, hanno sollevato tutto, strappato i cavi, fatto crollare case, garage, tre piani di vagoni uno sopra l’altro, tutte le strade interrotte, è incredibile e terribile”, spiega il pensionato e volontario Alberto Moro.Soccorritori equipaggiati con elicotteri, droni e anche cani da rilevamento continuano a cercare dispersi tra i detriti, ma più passano i giorni e più diminuiscono le speranze di trovare i sopravvissuti.
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