Roma, 24 apr. (askanews) – Amnesty International presenta il Rapporto 2023-2024 e lancia l’allarme: “E’ un momento spartiacque per il diritto internazionale”. E denuncia clamorose violazioni da parte dei governi e dei gruppi economici. Il Rapporto (pubblicato in Italia da Infinito Edizioni) raccoglie un’analisi della situazione dei diritti umani in 155 stati, con particolare attenzione alla situazione in Ucraina, Gaza, Israele, Sudan e Myanmar.”Un passo indietro profondo di decenni dal punto di vista della tenuta dei diritti umani, di conflitti, la modalità di conduzione dei conflitti hanno fatto collassare il sistema di protezione dei diritti umani basato sulla supremazia del diritto internazionale, che era nato dopo la seconda guerra mondiale per dire mai più, mai più errori, proteggere i civili. Invece abbiamo visto i civili come erano stati massacrati nei conflitti noti e quelli meno noti: dall’Ucraina a Israele a Gaza, al Sudan, al Myanmar e altrove”, sottolinea Riccardo Noury, Portavoce Amnesty International.Il collasso del primato del diritto è destinato ad aggravarsi col rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale e il dominio di Big Tech. Senza una regolamentazione di questi sviluppi, il mondo rischia un “sovraccarico” di violazioni dei diritti umani. “Per il 2023 emerge nuovamente con forza la fragilità del sistema dei diritti umani. L’Italia non ha fatto eccezione: non si è espressa su temi importanti di giustizia internazionale, ci sono stati arretramenti significativi dal punto di vista della tutela della libertà di movimento e del diritto di asilo”, prosegue Ilaria Masinara, Responsabile Ufficio Campagne.Per l’organizzazione umanitaria, in molte parti del mondo soggetti politici stanno aumentando i loro attacchi contro le donne, le persone Lgbtqia+ e le comunità marginalizzate. “Nel mondo sono proseguiti anche nel 2023 gli attacchi ai diritti delle donne: dagli Stati Uniti all’Afghanistan, dall’Iran, all’Italia, la situazione del del rispetto dei diritti sessuali produttivi delle libertà delle donne continua a essere sotto attacco”, conclude Alba Bonetti, Presidente di Amnesty International Italia.
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