In Italia la “trappola della povertà” è sempre più intensa. I nostri salari sono al palo. Il numero dei giovani che non studiano e non lavorano aumenta. Sono alcuni dei dati drammatici che emergono dal Rapporto annuale 2023 dell’Istat. Il senatore Mario Turco, vicepresidente del M5S, li ha commentati a La Notizia.
I lavoratori italiani guadagnano circa 3.700 euro l’anno in meno della media dei colleghi europei.
“I dati del rapporto annuale Istat ci impongono di portare avanti con ancora più forza la proposta di legge per l’introduzione del salario minimo legale presentata dalle opposizioni e a prima firma del presidente Conte. Non solo pur lavorando più ore i lavoratori italiani guadagnano meno dei loro colleghi europei, ma nei primi 5 mesi del 2023 il divario fra la crescita dell’inflazione e quella dei salari è stato di circa il 7%. Non è un caso, dunque, se la maggioranza degli italiani sia favorevole a fissare per legge una soglia minima, che la proposta indica in 9 euro lordi l’ora”.
In Italia la “trappola della povertà” è più intensa che nella maggior parte dei paesi dell’Ue.
“Alla luce di ciò, è ancora più incomprensibile aver smantellato il Reddito di cittadinanza. I due nuovi sussidi varati dal Governo trasformano l’Italia, che insieme alla Grecia era stato l’ultimo Paese in Europa ad introdurre il Rdc, nel primo Stato continentale privo di una misura di protezione sociale universale di contrasto alla povertà. Altresì, si tagliano di quasi il 30% le risorse destinate a tale capitolo e, malgrado le promesse dell’esecutivo, quasi 100mila nuclei famigliari con all’interno minori, anziani e disabili vengono lasciati privi di sostegno. Mi pare evidente che Meloni & Co. considerino la povertà una vera colpa”.
Gli indicatori del benessere dei giovani, in Italia, sono ai livelli più bassi in Europa.
“Si tratta di un dato estremamente preoccupante. Da anni, in Italia, è in voga una narrazione secondo cui i nostri ragazzi sono ‘fannulloni’, ‘bamboccioni’, divanisti’. Al contrario, alcune esperienze pratiche dimostrano che, laddove vengono valorizzati e ben retribuiti, essi sono ben propensi ad accettare un posto di lavoro. Se però ogni anno l’8% dei giovani va all’estero, dove vengono pagati il 42% in più che in Italia, allora è giunto il momento di finirla con questa sterile retorica. Il sistema di agevolazioni fiscali per chi rientra, rafforzato con il decreto Crescita del Governo Conte II, ha dato un contributo significativo, ma deve essere rinforzato da misure strutturali che riguardino formazione, welfare, lavoro, salari, fisco e pensioni. L’esecutivo, però, appare più preoccupato a difendere posizioni di potere e rendite che a dare risposte ai giovani. L’ascensore sociale oramai è un lontano ricordo”.
Rimane ampio il gap Italia-Ue sull’occupazione femminile.
“Sono molti i fattori che concorrono a rendere l’Italia distante di 14 punti percentuali rispetto al tasso di occupazione femminile medio dell’Ue. La qualità del lavoro e l’insufficiente copertura degli asili nido e di un’adeguata retribuzione sono certamente fra i principali. Il crollo delle nascite nel 2022 è destinato addirittura ad accentuarsi quest’anno. Di fronte a questa emergenza il Governo cosa fa? Vara un Dl ‘precariato’ che mina ancora di più quelle prospettive di stabilità che costituiscono la base per costruire un futuro familiare. In più non riesce a spendere i 4,6 miliardi portati in dote dal Pnrr per avere 260mila posti in più in termini di asili nido. Il Governo è allo sbando”.
Rallentano gli investimenti nel 2023 con lo stop al Superbonus.
“L’Esecutivo è privo di qualsiasi idea di politica industriale. Hanno tagliato i crediti d’imposta edilizi e Transizione 4.0 e hanno fermato la cessione dei crediti stessi, proprio mentre gli Stati Uniti, con il loro poderoso Ira (‘Inflation reduction act’), pongono in essere un massiccio piano di investimenti in transizione ecologica basato proprio sulla scambiabilità dei crediti d’imposta”.
Oltre una famiglia su quattro risulta ancora in povertà energetica.
“Questo esecutivo è lontano anni luce dall’idea di sposare la transizione ecologica. Dopo mesi di inconcludenza il Governo dei ‘pronti’ non riesce nemmeno a partorire i decreti sulle Comunità energetiche, vera prospettiva di consumi virtuosi e risparmio energetico per cittadini e imprese”.
Perché non vi piace la proposta Calderoli di Autonomia differenziata?
“Il M5S è la forza politica più autenticamente contraria al progetto spacca Italia portato avanti dalla Lega. Ma attenzione agli emendamenti presentati in Senato da FdI, che hanno tratto ispirazione dai principali emendamenti del M5S. Questa è la prova che la maggioranza è confusa, divisa e rischia di entrare in contraddizione tra le istanze federaliste della Lega e l’impostazione centralista del partito della Meloni. Un Governo del genere, con queste clamorose contraddizioni, non è in grado di guidare il Paese”.