Un Giacometti del 1950 battuto a 90 milioni di dollari, un Warhol del 1963 aggiudicato per 73 milioni e un Modigliani portato a casa per 63 milioni. Sono cifre da capogiro quelle che ruotano intorno al mercato mondiale dell’arte e, più precisamente, dentro le più grandi case d’asta internazionali. In un’ottica di business sempre più globale, l’arte funziona, almeno economicamente, nonostante la crisi. Chi pensa che con la cultura non si mangi è smentito dal mercato delle grandi opere che archivia un anno record con un tasso di crescita a due cifre: più 26% del 2014 rispetto al 2013 per un volume d’affari a livello mondiale passato da 12,5 a 15,2 miliardi di dollari.
Una vera e propria realtà economica di primo piano quella disegnata dal rapporto di Artprice, leader delle banche dati del settore, che fa riscoprire, a livello mondiale, il potere dell’arte. Il mercato di settore gode di una salute quasi insolente se si pensa a quanto difficile sia, almeno in Italia, investire sulla cultura e sull’arte e a cavalcare l’onda del successo sono le grandi case d’asta: Christie’s e Sotheby’s si sfidano da sempre a colpi di vendite e risultati da record registrando fatturati che aumentano di anno in anno (nel 2014 Christie’s ha incrementato il giro d’affari del 17% rispetto al 2013; più 19% per Sotheby’s). Un ricavo fuori dal comune che ha dell’incredibile. Basti pensare che nel febbraio dello scorso anno – più precisamente in due sole serate, il quattro e il cinque del mese – le vendite londinesi delle due rivali storiche hanno sfiorato i 450 milioni di dollari. A mettere a segno il risultato più alto è stata Sotheby’s con 231,2 milioni di dollari, pochi in più rispetto alla vendita della casa di Francois Pinault del giorno prima (218,4). Solo due mesi ci separano dall’inizio del 2015 e il record è già stato battuto:lo scorso mese Sotheby’s ha fatto il pieno infrangendo il primato sul totale di venduto in un’asta inglese, con quasi 250 milioni di euro. Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, si prospetta un anno decisamente proficuo per il mercato delle aste.
Spostandoci oltreoceano il giro d’affari quadruplica: le vendite di fascia alta a New York, infatti, non hanno precedenti. Nel novembre del 2014, con un’asta dedicata all’arte del dopoguerra e contemporanea, Christie’s ha concluso la vendita più alta della storia del mercato dell’arte, 751 milioni di dollari, contro i 370 dell’asta più ricca della storia di Sotheby’s. Chi non fosse ancora disorientato dalle cifre record delle grandi aste internazionali, potrebbe rimanere definitamente a bocca aperta sapendo che l’espansione del mercato dell’arte coinvolge sempre più le opere vendute a oltre 100 milioni e che, secondo Artprice, la scala di prezzi è destinata a raggiungere il miliardo di dollari in un futuro non troppo lontano. Può una sola opera valere più di 100 milioni di dollari?
Decisamente sì: basti pensare che nel 2012 un Picasso e un Munch sono stati aggiudicati a 106 e 119 milioni di dollari rispettivamente presso Christie’s e Sotheby’s New York. Nel 2013, invece, è la volta del trittico di Francis Bacon, Three Studies of Lucian Freud, che, battuto da Christie’s per 142,4 milioni, è uno dei quadri più costosi della storia.