Si chiama Migration Compact e, a un primo sguardo, piace a tutti i leader europei. La proposta di Matteo Renzi per frenare l’arrivo dei migranti è stata messa sul tavolo a Bruxelles, trovando la condivisione degli interlocutori.
La logica del documento illustrato da Palazzo Chigi ricalca l’accordo stipulato con la Turchia: soldi in cambio di gestione dei flussi migratori. Per riuscirci, il Governo italiano ha proposto la creazione di Ue-Africa Bonds con lo scopo di stimolare lo sviluppo e gli investimenti in materia di innovazione dei Paesi più in difficoltà. Cosicché vengono limitate le partenze dei migranti economici, che non fanno parte dei “richiedenti asilo”, attualmente previsti dai patti stipulati in sede europea. I leader africani dovrebbe in cambio garantire controlli effettivi delle frontiere e una riduzione dei flussi verso l’Europa, sfruttando anche le tecnologie messe a disposizione dall’Ue. E sviluppando una rete di infrastrutture per l’accoglienza.
Gradimento europeo al piano sui migranti
La prima reazione di Bruxelles è stata sostanzialmente positiva. Del resto, secondo quanto si apprende, il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, e l’Alto rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini, stavano già seguendo la direzione degli aiuti ai Paesi di origine. Una strategia che trova il pieno apprezzamento anche dei Paesi dell’Est Europa, finora tenaci oppositori dell’accoglienza di richiedenti asilo.
Tuttavia, la strada non è sicuramente in discesa: l’Italia vuole attuare il piano in tempi rapidi per ottenere risultati concreti il prima possibile. Perché i dati parlano chiaro: nel 2016 c’è stato un aumento del 25% di sbarchi sulle coste italiane. Ma i tempi dell’Europa non sono proprio noti per la velocità. Insomma, il cammino del Migration Compact è solo all’inizio.