Arresti sommari, poi waterboarding, privazione del sonno, scosse elettriche e altre torture. C’è davvero di tutto nel rapporto, pubblicato dall’ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, sulle detenzioni di palestinesi in Israele, avvenute a seguito degli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre 2023. “Le testimonianze raccolte dal mio ufficio e da altre entità indicano una serie di atti spaventosi, come il waterboarding e il rilascio di cani sui detenuti, in flagrante violazione del diritto internazionale umanitario”, ha denunciato il capo dei diritti umani delle Nazioni Unite, Volker Turk, presentando il rapporto shock.
Secondo l’ONU, alla fine di giugno nelle carceri israeliane erano detenuti non meno di 9.400 “detenuti di sicurezza” e alcuni di questi sarebbero “stati arrestati in segreto senza avere accesso ad avvocati né rispetto dei diritti legali”. Una volta finiti in carcere, “almeno 53 detenuti di Gaza e della Cisgiordania” sono morti nelle strutture militari e nelle prigioni israeliane. Un rapporto in cui non si esita a parlare di un “numero impressionante di uomini, donne, bambini, dottori, giornalisti e difensori dei diritti umani detenuti dal 7 ottobre, la maggior parte dei quali senza accusa o processo e tenuti in condizioni deplorevoli, insieme alle segnalazioni di maltrattamenti e torture e alla violazione delle garanzie del giusto processo”, che sollevano “gravi preoccupazioni” riguardo all’arbitrarietà e alla natura fondamentalmente punitiva di tali arresti e detenzioni.
“Arresti sommari e torture sui detenuti palestinesi”. Dalle Nazioni Unite nuove accuse al governo Netanyahu
Un documento che l’ONU ha sottoposto anche alle autorità di Tel Aviv e che si basa su numerose testimonianze di detenuti palestinesi che hanno raccontato di essere stati trattenuti in strutture “simili a gabbie”, spogliati nudi per periodi di tempo molto prolungati.
Ma non è tutto. Stando a quanto raccontato da Turk, “alcune donne e uomini hanno anche parlato di violenza sessuale e di genere”. Tutte ragioni per le quali le Nazioni Unite hanno chiesto ufficialmente – ma senza ottenere alcuna risposta – che “tutti i palestinesi detenuti arbitrariamente da Israele siano rilasciati” e l’avvio di indagini “rapide, approfondite, indipendenti, imparziali e trasparenti” per accertare le violazioni e le eventuali responsabilità.