La Polizia di Stato di Torino, nell’ambito di un’articolata indagine svolta dalla Digos della questura del capoluogo piemontese e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha eseguito 13 misure cautelari (1 ai domiciliari, 3 divieti di dimora a Torino e nei Comuni della val Susa e 9 obblighi di presentazione) nei confronti di leader e militanti di Askatasuna responsabili dei reati di resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata aggravati, commessi in occasione del corteo del 1° maggio 2019.
In particolare, è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di uno dei leader storici, un giovane di 37 anni, al quale è stato riconosciuto anche il ruolo di coordinamento e direzione delle fasi violente della manifestazione. Tre di loro sono destinatari del divieto di dimora nei Comuni di Torino e della Val Susa, mentre nei confronti altri 8 è stata disposta la misura cautelare dell’obbligo di presentazione negli ufficio di polizia. Stessa misura cautelare è stata disposta anche a carico della storica portavoce di Askatasuna, una donna di 40anni, attualmente detenuta in carcere in esecuzione di condanna definitiva, la quale, nelle vesti di “speaker”, ha assunto il ruolo di “voce ufficiale del corteo”, fomentando ed incitato gli altri individui.
I fatti risalgono alla manifestazione dei lavoratori del 1° Maggio 2019, quando diversi militanti di Askatasuna, posizionatisi in testa allo spezzone sociale composto da circa 2000 persone, legati anche al movimento No-Tav, all’area anarchica e ai vari gruppi del dissenso cittadino, si sono resi responsabili di ripetute azioni violente che hanno reso necessari diversi e calibrati interventi dei contingenti delle forze dell’ordine e del personale della Digos al fine di impedire la realizzazione di una precisa strategia volta a sovrastare le altre componenti politico-istituzionali intente a sfilare per il centro cittadino per raggiungere la testa del corteo con il preciso obiettivo di dare, tra l’altro, una connotazione prettamente “NoTav” alla tradizionale manifestazione dei lavoratori.
Poco prima che partisse il corteo istituzionale, diversi soggetti hanno più volte tentato di sfondare i cordoni delle forze dell’ordine, riuscendo poi ad oltrepassare, ad inizio manifestazione, il furgone del partito Liberi e Uguali, tentando successivamente di scavalcare anche lo spezzone del Partito Democratico, aggredendo, in più occasioni, sia alcuni esponenti politici che i componenti del servizio d’ordine del partito, uno dei quali è stato violentemente colpito con calci e pugni da alcuni militanti di Askatasuna.
In seguito i manifestanti hanno tentato di sfondare un altro cordone delle forze dell’ordine, costrette ad intervenire con azioni di alleggerimento anche perché fatte oggetto del lancio di bottiglie, aste di bandiere ed altri oggetti contundenti, nel corso delle quali è rimasto lievemente ferito un operatore della Digos. Le complesse indagini della DIGOS hanno consentito di individuare e denunciare in stato di libertà altri 30 militanti d’area per reati simili.