Il capo dell’organizzazione era un egiziano di 37 anni che tramite un complice in Sicilia era in contatto direttamente con gli scafisti in partenza dalle coste africane, era avvertito dagli scafisti che i profughi erano in partenza per l’Italia e attivava immediatamente il gruppo.
Un’organizzazione dunque reticolare tramite la quale sono stati organizzati venti viaggi solo in un mese per trasportare migranti dall’Italia verso i Paesi del Nord Europa. La base era nella stazione Centrale di Milano, dove nel 2014 – quando sono partite le indagini – era allestito un punto di accoglienza per i profughi nei mezzanini dello scalo ferroviario: qui avvenivano le contrattazioni per il trasporto fuori dall’Italia, per continuare il viaggio con i trafficanti di uomini.
La Polizia di Stato ha eseguito 13 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di cittadini stranieri accusati di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina. “Scafisti di terra” sono stati definiti dagli inquirenti che hanno ricostruito l’attività dell’organizzazione criminale “verticistica e piramidale”, composta da sei egiziani, tre albanesi, due romeni, un siriano e una brasiliana, tutti regolari sul territorio nazionale e di età compresa tra i 26 e di 45 anni.
Gli arresti hanno interessato le province di Monza e Milano, Brescia e Venezia. L’operazione, denominata “Transitus'” condotta dagli agenti del commissariato di Monza, ha ricostruito il viaggio di un centinaio di migranti trasportati con i 20 viaggi in 30 giorni. Circa 70 mila euro il profitto per la banda. Dei 13 destinatari di misura cautelare in carcere solo tre sono risultati irreperibili. I poliziotti hanno anche sequestrato veicoli che venivano utilizzati per i viaggi.