Tentato omicidio, lesioni gravissime ed abbandono di minore. Con queste accuse si sono concluse le indagini a carico di una cittadina bulgara rintracciata negli ambienti della prostituzione. Lo scorso gennaio aveva accompagnato la figlia di due mesi all’ospedale di Anzio per uno stato di disidratazione e sospetta bronchite, ma subito dopo il ricovero era scappata facendo perdere le tracce. All’esame del personale medico la neonata presentava emorragie cerebrali e fratture craniche che le hanno provocato uno stato di disabilità permanente. La neonata era stata poi trasportata al Policlinico Umberto I in prognosi riservata e in grave pericolo di vita, ed era stata ricoverata in terapia intensiva. I ripetuti tentativi del personale sanitario di contattare la madre della bambina si erano rivelati inutili, e la donna non si era più recata in ospedale per sincerarsi delle condizioni di salute della figlia.
Sono quindi scattate le indagini degli agenti del Commissariato di Anzio, diretto da Fabrizio Mancini. I poliziotti hanno rintracciato la donna,e hanno ricostruito la dinamica dei drammatici eventi. Le dichiarazioni su una caduta accidentale dal letto non hanno retto davanti alle valutazioni degli investigatori. I successivi sopralluoghi degli agenti nell’abitazione della donna hanno consentito all’Autorità Giudiziaria di emettere un provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti della 33enne.
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