La battaglia storica sui vitalizi non è finita e su input della “base” oggi i Cinque Stelle si riprendono la piazza. A partire dalle 14 a Roma, in Santi Apostoli, sono attesi in migliaia, almeno stando alle adesioni alla pagina Facebook “Manifestazione al Senato” aperta dagli attivisti, da cui tutto è partito nelle scorse settimane. E che ad oggi vanta quasi 27mila like. Il rischio da scongiurare è quello che i super assegni degli ex senatori, sforbiciati nel 2018, proprio su iniziativa del Movimento, vengano ripristinati per effetto della decisione della Commissione Contenziosa di Palazzo Madama, giudice interno di primo grado, nella quale pendono i 771 ricorsi presentati dagli ex senatori contro il taglio.
Commissione sulla quale pende un’eclatante conflitto di interessi denunciato proprio da La Notizia nel novembre scorso e documentato più volte nelle scorse settimane. E che, attraverso la quale, si sta tentando di ripristinare il più odioso e ingiusto tra i privilegi che la politica si era auto attribuita. A seguito delle polemiche che ne sono scaturite, il presidente dell’organo giurisdizionale, l’azzurro Giacomo Caliendo, ha dichiarato che si asterrà della decisione sui ricorsi ma, i due supplenti laici, Marianna De Cinque e Mario Santaroni, scelti come il resto dei componenti dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, hanno addirittura rassegnato le dimissioni nei giorni scorsi.
Insomma, una situazione esplosiva che ha spinto ieri la stessa Casellati intervistata dal Messaggero, a invitare ad “una riflessione” per contribuire “a spazzare via qualsiasi dubbio” sulla terzietà della commissione in questione. Tradotto: ha invitato tutti i membri a dimettersi. “Tutte le piazze con manifestazioni pacifiche e colorate sono da rispettare. Invito tutti ad unirsi alla nostra battaglia”. Ha detto al Tg1 il capo politico del M5S Vito Crimi che ha anche specificato che “La manifestazione non ha nulla a che vedere con il Governo ma riguarda una nostra battaglia storica. Vogliamo denunciare pubblicamente il tentativo da parte di alcuni ex parlamentari di riappropriarsi di un privilegio, il vitalizio, che come promesso abbiamo abolito”.
“E’ una questione di equità sociale – ha ribadito il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro – i cittadini non sono disposti a tollerare i privilegi della classe politica: in un Paese democratico ci possono solo essere diritti uguali per tutti, non situazioni di vantaggio a beneficio di pochi. Con la delibera sui vitalizi abbiamo sanato un vulnus incompatibile con le istanze di cambiamento provenienti dai cittadini. Ci vedremo in piazza per far sentire la voce dei cittadini e dire, in maniera pacifica e democratica, che l’era dei privilegi è finita. Indietro non si torna”. Fu Fraccaro, peraltro, nel suo ruolo di Questore della Camera, a istruire la delibera taglia vitalizi (delibera Fico), prima di diventare ministro nel governo Conte 1.
Gli fa eco l’attuale ministro dei Rapporti col Parlamento Federico D’Incà, che ne prese il posto nel collegio dei questori ereditando la pratica sui vitalizi: “Un privilegio uscito dalla porta che potrebbe rientrare dalla finestra. Andremo in piazza per accogliere lo scontento dei cittadini che vogliono il taglio. è una questione di equità sociale”. Di segno opposto, ovviamente la posizione di Caliendo che, in riferimento alle parole di D’Inca, tira in ballo la Rivoluzione Francese: “Ho dovuto leggere tre volte l’agenzia di stampa che riporta il pensiero del ministro perché forse nemmeno nel periodo più buio della rivoluzione francese si è sostenuto una tale soggezione del giudice alla piazza e al consesso popolare, anziché alla legge, come la nostra Costituzione pretende.”