“I missili Kalibr e i razzi da crociera A-101 possono essere armati sia con testate convenzionali sia con testate speciali, cioè quelle nucleari. Certamente nulla di questo è necessario nella lotta ai terroristi, e spero che non sarà mai necessario”. L’ha detto chiaramente Vladimir Putin ieri sera discutendo dell’operazione militare in Siria con il ministro della Difesa russo, Serghiei Shoigu. L’occasione non è casuale. Nella giornata dell’8 dicembre, infatti, la Russia ha lanciato un attacco missilistico contro obiettivi dell’Isis in Siria utilizzando per la prima volta il sottomarino Rostov-on-Don, dislocato nelMediterraneo e armato con missili cruise 3M-54 Kalibr. Missili simili erano stati lanciati da altre navi da guerra russe nel Mediterraneo e nel Caspio, il mese scorso.
Intanto le autorità turche hanno arrestato e poi espulso un gruppo di giornalisti russi che lavoravano a un’inchiesta sul traffico di petrolio dello Stato islamico verso la Turchia. La vicenda, riportata dal quotidiano Russia Today, risale a lunedì scorso, quando il reporter Alexander Buzaladze e la sua troupe, del programma “Inviato speciale dell’emittente ‘Rossya 1 Tv” sono stati arrestati nella provincia di Hatay, nel sud-est della Turchia, sul confine con la Siria, da poliziotti in borghese. “Condanniamo con forza l’azione illegale delle autorità turche – ha commentato il ministero degli Esteri di Mosca – Questo comportamento nei confronti dei media è del tutto inaccettabile”.