Armi italiane in Ucraina: dopo la polemica dell’invio e dell’investimento per inviare armi all’esercito ucraino, arriva un’altra denuncia. Sembra che l’arsenale inviato sia vecchio e complicato da utilizzare dalle forze ucraine.
Armi italiane in Ucraina
Circa all’inizio di marso, il Parlamento italiano ha approvato l’invio di armi all’Ucraina: i dettagli relativi alle forniture da inviare sono stati valutati ed esaminati dalle commissioni Esteri e Difesa. Per quanto riguarda l’elenco completo delle armi, a quanto si apprende, questo era, è e sarà “secretato”. Ciononostante, si sono verificate alcune fughe di notizie anche se il Ministero della Difesa ha bollato le informazioni diffuse dai media come “prive di riscontro”.
Nel frattempo, fonti parlamentari hanno confermato che le armi italiane che verranno inviate all’Ucraina includeranno:
- mortai da 120 mm e bombe,
- mitragliatrici pesanti Browning e munizioni,
- mitragliatrici leggere MG e proiettili,
- missili Stinger,
- razioni K,
- radio Motorola,
- giubbotti ed elmetti.
Una fornitura bellica, quindi, che dovrebbe avere un valore di circa 100-150 milioni di euro.
La denuncia: “Sono vecchie e difficili da usare”
Sembra però che queste armi italiane inviate in Ucraina siano obsolete e non rinnovate come spiega anche Gianluca Di Feo su Repubblica: “il contributo bellico del Belpaese non spicca per innovazione tecnologica. Per questo sui social network hanno più fortuna i missili Javelin dati dagli americani o le forniture made in Uk. Anche se da Pratica di Mare sono arrivati i missili terra-aria Stinger e i razzi controcarro Panzer Faust. Ma in numeri limitati visto che dalla fine della Guerra Fredda il parco armi non è stato rinnovato. Molti di questi razzi sono stati usati nelle missioni afghane e irachene. Poi ci sono i missili Milan, che sono ritenuti ancora efficienti anche se il progetto risale al 1993: ma il personale ucraino deve venire addestrato per usarli. Lo stesso problema hanno i mortai da 120 millimetri – anche questi usati in Afghanistan – che si trovavano nelle prime liste di aiuti. Tutti elementi che non hanno entusiasmato i militari di Kiev, tanto che non sono mai comparsi al fronte”.