Armi all’Ucraina, consiglio nazionale del Movimento 5 Stelle convocato d’urgenza stasera alle 21. Sul tavolo la risoluzione contro ulteriori invii di aiuti militari a Kev che i 5S potrebbero presentare martedì in Parlamento, dopo le comunicazioni del premier Mario Draghi in vista del Consiglio Ue del 23 e 24 giugno.
E soprattutto la posizione del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che, in rotta con il vertice pentastellato, si è detto a più riprese, l’ultima questa mattina, contrario ad un testo che ”disallineerebbe” l’Italia rispetto alle posizioni della Nato e dell’Ue.
Sanzioni disciplinari a Di Maio
Non manca chi chiede espressamente l’adozione di provvedimenti disciplinari nei confronti del titolare della Farnesina, considerato nel Movimento sempre più vicino alle posizioni di Draghi.
“Personalmente ritengo che occorra prendere provvedimenti, magari coinvolgendo la rete o comunque il consiglio nazionale. Vorrei ricordare che da capo politico Di Maio ha espulso persone per cose molto meno gravi”, ha detto il vice presidente M5S, Riccardo Ricciardi intervistato da La Repubblica.
“Siamo a un punto di non ritorno: Luigi Di Maio ha pianificato la sua uscita dal Movimento Cinque Stelle”, ha rincarato la dose l’altro vice di Conte, Michele Gubitosa, sulle colonne de La Stampa. Ma al di là delle dichiarazioni, un provvedimento disciplinare nei confronti del ministro degli Esteri appare molto improbabile.
“Espellere Di Maio? Ma se ancora non è stato espulso neppure l’ex presidente della Commissione Esteri del Senato Petrocelli! – osserva un parlamentare di rango del Movimento -. Di certo esiste un problema di posizionamento politico”.
La replica dei dimaiani
Non a caso, sempre sul quotidiano torinese che i dimaiani tornano a ribadire la propria posizione contro una eventuale risoluzione M5S non condivisa dal resto della maggioranza.
“Oggi scopriamo che era vero e che qualcuno sta ancora lavorando a una risoluzione che potrebbe spaccare la maggioranza, probabilmente far cadere il governo e disallineare l’Italia dalle sue alleanze storiche europee e atlantiche – ha replicato il senatore Primo Di Nicola -. Se si vuole portare l’Italia fuori dalle posizioni storiche in politica estera, è chiaro che non si può convivere, in gioco c’è il destino del Paese. Su un tema così nobile ci può essere anche una scissione”.
E non è tutto. “Le parole di Razov (l’ambasciatore russo in Italia, ndr) sembrano un endorsement alla bozza proposta da alcuni senatori M5S – ha aggiunto Di Nicola -. Questo ci riempie di vergogna: nel Movimento purtroppo continuano ad emergere posizioni da terzomondismo e anti-americanismo d’annata. Magari solo per guadagnare nei sondaggi”.
Di Maio tiene il punto
Una vicenda sulla quale in mattinata è tornato a far sentire la sua voce anche uno dei diretti interessati. ”I dirigenti della prima forza politica in Parlamento, invece di fare autocritica, decidono di fare due cose: attaccare, con odio e livore, il ministro degli Esteri e portare avanti posizioni che mettono in difficoltà il Governo in sede Ue – ha ribadito Di Maio -. Un atteggiamento poco maturo che tende a creare tensioni e instabilità all’interno del Governo. Un fatto molto grave”.
Sanzioni disciplinari improbabili
Insomma, una frattura, quella tra il leader Conte e il ministro Di Maio, che diventa sempre più insanabile con il passare delle ore.
Lasciando intravedere all’orizzonte una scissione del Movimento che sembra, nei fatti, già evidente a prescindere dalle decisioni del Consiglio nazionale di stasera. E che rischia di ripercuotersi sia sulla tenuta della maggioranza che su quella del governo.