Il voto in Europa è andato come si sapeva che sarebbe andato: un plebiscito ha sancito che per inviare armi e munizioni in Ucraina si potranno usare anche i soldi del Pnrr. Il Pd ha presentato – come da accordi con la segretaria Elly Schlein – emendamenti per escludere l’uso del Pnrr. Sugli emendamenti si è trovato l’accordo con il gruppo dei Socialisti ma l’Aula li ha respinti. A quel punto, com’era facilmente prevedibile, il gruppo dei dem si è spaccato.
Il Pd prima ha presentato emendamenti contrari poi la maggioranza si è espressa a favore dell’utilizzo del Pnrr per produrre armi
Otto eurodeputati hanno votato a favore, sei si sono astenuti (ma due di loro, Alessandra Moretti e Patrizia Toia hanno detto di essersi “sbagliate”) e l’eurodeputato Massimiliano Smeriglio ha votato contro. Il conto finale è chiaro: 446 voti a favore, 67 contrari e 112 astenuti. La legge a sostegno della produzione di munizioni Ue (Asap) potenzierà la capacità produttiva dell’Unione europea per fornire munizioni, missili e componenti.
All’attacco del suo partito si è scagliato l’eurodeputato del Pd Pietro Bartolo: “In questo momento in cui anche la tenuta dei territori è a rischio, come dimostra l’alluvione in Emilia Romagna e Marche, votare a favore della proposta della Commissione che prevede di dirottare risorse del Pnrr o del Fondo di Coesione per la produzione di munizioni, è un delitto contro i nostri figli e contro i cittadini più fragili“, ha dichiarato.
Bartolo ha spiegato di avere votato in dissenso con il proprio gruppo perché “il Pnrr nasce come strumento di resilienza, per uno sviluppo sostenibile e duraturo dell’economia. Uno strumento di pace e non di guerra. Pnrr e Fondo di Coesione sono strumenti essenziali per la sostenibilità del nostro vivere comune e in pace. Da deputato europeo – ha detto Bartolo – auspico dall’inizio del conflitto di essere chiamato a votare in Parlamento una proposta che parli di sforzi diplomatici, ma fino ad oggi non una parola è stata detta dall’Ue in questa direzione.
Il sostegno all’Ucraina che da più di un anno subisce l’aggressione da parte della Russia di Putin in questa assurda guerra, non è in discussione ma non può passare solo dalle armi e deve essere accompagnata da uno sforzo comune per il cessate il fuoco e per la costruzione di condizioni di pace non solo in Ucraina”.
Solo M5S e Verdi contrari
A votare contro tra gli italiani ci sono gli eurodeputati del M5S e i Verdi Piernicola Pedicini e Rosa D’Amato. Nel suo intervento in aula Pedicini ha sottolineato come “il diritto internazionale dice che l’invasione russa è illegale, esattamente come l’invasione Nato in Iraq, in Serbia in Libia e in Siria. Sono tutte guerre illegali, volute da ricchi, combattute da poveri e pagate da cittadini ancora più poveri. Perciò questa guerra, in realtà, è la solita guerra tra poveri”. Secondo Pedicini “questa Unione europea ha il denaro per le banche, ha il denaro per la guerra, ma non ha il denaro per i suoi poveri cittadini.
Per questo motivo ho votato ‘no’ alla risoluzione Asap. Noi in Ucraina non dobbiamo inviare munizioni, dobbiamo inviare soluzioni. Non dobbiamo esportare democrazia – ha concluso Pedicini – dobbiamo esportare diplomazia”. “Il M5S si schiera con fermezza contro la guerra in Ucraina”, ha dichiarato in una nota l’europarlamentare 5 stelle, Sabrina Pignedoli. “Respingiamo categoricamente l’idea di alimentare la macchina bellica: la priorità inderogabile dell’Unione europea, in questo momento, deve essere la promozione della diplomazia come unico mezzo per porre fine a questa follia distruttiva. Eppure, già in sede di voto sulla procedura accelerata il Parlamento europeo ha imboccato la direzione opposta, negando tra l’altro ogni possibilità di discutere estensivamente il testo e di intervenire sul regolamento stesso”.
Una linea ribadita anche dalla capodelegazione M5S, Tiziana Beghin: “L’approvazione al Parlamento europeo del regolamento a sostegno della produzione di armi getta una lunga ombra scura sull’Unione europea e sull’impegno per la promozione del processo di pace in Ucraina. Purtroppo, il nostro voto contrario non è servito a mettere un argine a questo provvedimento folle. Scegliere di finanziare l’economia bellica rappresenta un vero e proprio schiaffo al processo diplomatico: oggi ci allontaniamo ancor di più dal cessate il fuoco”.
Lo scontro s’è spostato in Parlamento dove il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, ha escluso durante il question time la possibilità che l’Italia utilizzi i soldi del Pnrr per le armi. A incalzarlo è stato il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia che chiede che si voti in Aula: “Signor ministro, – ha detto Boccia – è necessario votare su questo ‘no’. Non ci bastano le sue parole, servono azioni del governo perché è evidente che il voto a favore dato oggi (ieri, ndr) dai gruppi di centrodestra presenti nel Parlamento europeo ci preoccupa, ragion per cui il Pd conferma la necessità di votare al più presto un atto di indirizzo che trasformi l’impegno del ministro Fitto in atti non più reversibili”. Anche il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio (Lega), promette che l’’Italia non userà soldi del PNRR per le armi. Sorge un dubbio: allora perché in Europa non hanno votato l’emendamento?