La maggioranza di centrodestra in Regione Abruzzo perde pezzi e pecca di originalità scopiazzando forse dal decreto Rilancio varato dal Governo giallorosa. Partiamo dalla consigliera regionale Marianna Scoccia, che dall’Udc è migrata ad Italia viva, passaggio che era nell’aria per la moglie di Andrea Gerosolimo, ex della giunta di Luciano D’Alfonso, senatore Pd. Proprio per il marito, dalla elezione del 2019, Scoccia è considerata una intrusa al centrodestra, per questo è stata esclusa dalla presidenza della commissione speciale Statuto, finita ad Umberto D’Annuntiis (FI).
Un colpo gobbo, il passaggio, che permette ad Italia Viva di entrare in consiglio regionale con l’opposizione che sale a 14 consiglieri, lasciando a 16 la maggioranza che conta 3 sovranisti, tra cui il presidente Marco Marsilio (nella foto). “Abbiamo, un assessore alla sanità che si è limitato a qualche apparizione pascolante negli uffici, scadente il contrasto alla pandemia; in agricoltura abbiamo un assessore ‘molto Imprudente’ per una riforma dei consorzi di bonifica che di epocale ha solo il disastro che rischiano gli agricoltori. Sul lavoro passiamo da un assessore pascolante ad uno evanescente – l’uscita dalla maggioranza è una questione di coscienza per Scoccia – Ci troviamo un presidente di Regione che non è al fianco degli abruzzesi, ma di Giorgia Meloni.
Quello che più m’indigna è che Marsilio abbia permesso che l’Abruzzo diventasse il bancomat di Fratelli d’Italia“. Altre mancanze vengono segnalate dal Movimento 5 stelle per il provvedimento regionale 118/2020. “Nella seduta delle Commissioni III e V è stato presentato dal centrodestra un emendamento copiato dall’art.28 della bozza del decreto Rilancio, non si sono accorti che nel testo sono ancora presenti i riferimenti al decreto”. “I 5Stelle devono prendere atto che grazie al buon lavoro della Regione e di altre Regioni, in Abruzzo e in Italia oggi riparte il tessuto produttivo – replica l’assessore Mauro Febbo – Il centrodestra abruzzese non ha bisogno di copiare, è abituato al senso del lavoro, del sacrifico e dell’impegno politico serio e non quello di fare spicciola demagogia”. Chiude la polemica Sara Marcozzi, capogruppo in consiglio regionale del Movimento 5 Stelle:“In ogni caso la ‘butta in caciara’ per coprire sviste ed errori. Contento lui!”.