Archiviato lo Ius scholae, Tajani attacca sull’Autonomia

Dopo il dietrofront sullo Ius scholae di Forza Italia, le opposizioni sono pronte a sfidare gli azzurri in Parlamento.

Archiviato lo Ius scholae, Tajani attacca sull’Autonomia

Che potesse trattarsi di una boutade agostana era un sospetto che nutrivano in molti. Oggi il sospetto è diventato certezza. In vista del vertice con gli alleati del centrodestra e la premier del 30 agosto il vicepremier, ministro e leader di Forza Italia, Antonio Tajani si riposiziona sullo Ius scholae.

Riformare le regole per concedere la cittadinanza italiana improvvisamente per gli azzurri, dopo aver duellato su questo tema in maniera aspra a suon di minacce e video con la Lega e in parte anche con Fratelli d’Italia, non è più una necessità.

La marcia indietro sullo Ius scholae di Forza Italia

“Il tema della cittadinanza va affrontato, ma non è centrale in questi giorni. Credo che dovremmo parlare del tema della cittadinanza in generale, anche in riferimento allo ius sanguinis, che consente di ottenere la cittadinanza se si ha un antenato italiano. Sta portando a concedere la cittadinanza a molte persone che poi, nel passaporto, hanno la cittadinanza solo per interesse, ma non perché si sentono italiani. Confermo che non c’è nessuna ipotesi di crisi di governo proposta da Forza Italia. Noi non governeremo mai con M5S e Pd”, specifica Tajani.

Un riposizionamento a tutti gli effetti al punto che Tajani specifica che il 30 agosto “non sarà certo il tema della cittadinanza” il focus centrale del vertice bensì “la Manovra”.

Lo ius scholae dunque per gli eredi di Berlusconi era solo un pretesto per ammiccare all’elettorato di centro (cattolico), sfilando un tema alla sinistra. Già il giorno prima Giorgio Mulé, vicepresidente della Camera di Forza Italia, intervistato da Affaritaliani.it, aveva spiegato che non c’era spazio per discutere di ius scholae: “La carne al fuoco è già abbastanza”.

Ius scholae, la sfida delle opposizioni

Le opposizioni non ci stanno. E dal Pd al M5S fino ad Azione sono pronte a sfidare in Parlamento Forza Italia sulle regole per la cittadinanza. “Tajani ha passato l’estate a spiegare che lo Ius scholae era una priorità per Forza Italia. Alla ripresa dei lavori parlamentari diventa un accessorio. Azione proporrà in Parlamento lo ius scholae negli esatti termini richiesti da Forza Italia. Questo balletto sulla pelle di 560.000 ragazzi che studiano nelle nostre scuole è un tantino indecente”, dice il leader di Azione Carlo Calenda.

“Vogliamo credere che FI non abbia fatto una proposta balneare ma sia seria e conseguente. Per questo nella prima capigruppo utile al Senato chiederemo la calendarizzazione della proposta di legge sullo ius scholae, da noi presentata per la prima volta nel lontano 2013”, dice interpellata dall’Ansa la senatrice M5S Alessandra Maiorino.

“Il comportamento di Forza Italia ormai viene tristemente sbeffeggiato all’interno della maggioranza. Lo Ius scholae è l’ennesima dimostrazione: qualche apertura per prendere alcuni like sui social e poi è arrivata la retromarcia clamorosa. È accaduto la stessa cosa innumerevoli volte: col Superbonus flirtavano con le piazze per acchiappare voti e alla fine chinavano il capo in aula dopo aver ricevuto gli ordini dalla maggioranza. Stesso copione con l’autonomia differenziata, che tra i loro parlamentari e amministratori locali nessuno vuole, ma che pure Forza Italia sta digerendo, salvo qualche titolo che gli viene consentito, per mantenere le poltrone di governo”, dice il deputato Agostino Santillo, vice presidente del gruppo M5S alla Camera.

Tajani ritorna a sventolare la bandiera dell’Autonomia differenziata

Infatti Tajani proprio ieri è tornato a sventolare la bandiera di una corretta applicazione dell’Autonomia differenziata, cara alla Lega. “Era nel programma del governo, noi l’abbiamo votata, ma deve essere un’Autonomia che garantisca tutti i cittadini italiani, da Nord a Sud. Per questo abbiamo chiesto che prima vengano approvati i Lep e poi si applichi l’Autonomia”, dice il leader azzurro. Ma con una credibilità scesa sotto i piedi.