Nel nuovo piano industriale presentato da ArcelorMittal al Governo sono previsti 4.700 esuberi, passando dai 10.789 occupati del 2019 ai 6.098 del 2023. I livelli occupazionali si ridurranno di 2891 unità già dal prossimo anno. A questi nel 2023 se ne aggiungeranno altri 1.800 circa, per un totale, per l’appunto, di 4.700. Il nuovo piano prevede un aumento dei volumi di produzione dagli attuali 4,5 milioni di tonnellate di acciaio ai 6 milioni dal 2021.
“L’azienda ha avuto quest’anno uscite di cassa di un miliardo di euro” ha detto l’Ad di ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli, nel corso dell’incontro al Mise. I sindacati per voce della segretaria Cisl, Annamaria Furlan, hanno respinto il nuovo piano industriale proposto dalla multinazionale indiana e ribadito che resta valido l’accordo del 6 settembre 2018. Il tavolo è stato sospeso per consentire ai sindacati di valutarlo. Nella riunione tecnica pre-incontro il Governo aveva già avanzato delle richieste di modifica.
“La strada è stretta e in salita. L’obiettivo – ha affermato, prima del vertice, il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli – sta nel garantire la continuità produttiva. È necessario un confronto costruttivo onesto che sia sviluppato nel tempo, parallelamente alle previsioni sul piano industriale ed a tutto quello che stiamo cercando di fare. Non sarà semplice ma c’è bisogno di tutti. Tra venerdì e lunedì – ha aggiunto il ministro – il Governo presenterà un suo piano industriale che farà diventare Ilva un esempio di impianto industriale siderurgico, con uso di tecnologie sostenibili, con forni elettrici e altri impianti ecosostenibili per arrivare a una produzione di 8 milioni per tutelare livelli occupazionali”.
“Ci aspettiamo che il ministro illustri un progetto positivo per l’Ilva – l’aveva anticipato la Furlan – in attesa di notizie che mettano in tranquillità migliaia e migliaia di famiglie che hanno paura di perdere il lavoro. Ci aspettiamo che si riconfermi l’accordo fatto con ArcelorMittal e al Governo, che teneva insieme occupazione e qualità ambientale, e ci aspettiamo che si ritorni a parlare di siderurgia, in modo particolare di Ilva, come di una leva importante per la crescita del Paese. Noi abbiamo fatto un accordo che non prevede esuberi, siamo fermi lì”.
Le organizzazioni dei lavoratori hanno proclamato quindi uno sciopero per il prossimo 10 dicembre. “Non dobbiamo accettare che si riapra una trattativa al ribasso. Il tavolo della trattativa deve partire dagli accordi che erano stati approvati dai lavoratori”, ha spiegato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.