Appalti truccati al Ministero dell’Istruzione. Dopo mesi di silenzio, l’inchiesta della Procura di Roma sulla presunta corruzione nell’affidamento delle gare pubbliche del Miur è arrivata a un punto di svolta. Il pubblico ministero Claudio Villani, infatti, ha chiuso le indagini a carico di di 15 persone, tra cui l’imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco e l’ex capo dipartimento del Ministero dell’Istruzione, Giovanna Boda.
A tutti loro, a seconda delle posizioni, i magistrati di piazzale Clodio contestano i reati di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio.
Appalti truccati al Ministero dell’Istruzione, l’inchiesta
Gli indagati, i quali hanno ricevuto l’avviso di conclusione indagini e che per questo rischiano di finire davanti a un giudice, avrebbero messo in piedi un sistema illecito che andava avanti almeno dal 2018. In questo lasso di tempo il giro di tangenti elargite all’imprenditore, sempre secondo l’accusa, ammonterebbe a 23 milioni di euro.
Proprio dall’inchiesta è emerso lo sterminato elenco di regalie e utilità che l’imprenditore elargiva ai funzionari infedeli. Dal capo di imputazione spunta letteralmente di tutto, da un motorino a un computer fino a lavori di ristrutturazione, viaggi e addirittura l’affitto di appartamenti.