I finanzieri del comando provinciale di Roma e i carabinieri del Ros hanno dato esecuzione questa mattina ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 10 persone coinvolte nel fallimento della Arc Trade srl, società già al centro dell’inchiesta ‘Enav-Finmeccanica’ condotta dalla Procura della Repubblica di Roma. Il provvedimento cautelare è stato disposto dal gip del Tribunale capitolino su richiesta dei pm Paolo Ielo, Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli, coordinati dal procuratore capo Giuseppe Pignatone, e si basa sugli esiti delle attività investigative condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria di Roma e dal Ros, le quali hanno fatto luce su complesse operazioni di bancarotta fraudolenta, di falsa fatturazione, di riciclaggio e di trasferimento fraudolento di valori.
In carcere è finito il commercialista Marco Iannilli, dominus dell’Arc Trade, già arrestato proprio nell’ambito del citato procedimento che ha riguardato le illegalità connesse all’affidamento di lavori da parte dell’Ente di Assistenza al Volo. Le indagini avevano infatti dimostrato che l’Enav assegnava commesse senza alcuna gara pubblica alla Selex Sistemi Integrati spa del gruppo Finmeccanica, la quale poi li sub-appaltava ad altre società, tra cui proprio l’Arc Trade, deputate a costituire, mediante articolati sistemi di sovrafatturazione anche con società off-shore, i fondi neri necessari per remunerare vari soggetti in grado di influire sul processo di affidamento dei lavori stessi.
Insieme a Iannilli, è stato arrestato anche Romano David, formale amministratore dell’Arc Trade, nonché tre parenti dello stesso Iannilli: i cognati Maurizio Caracciolo e Nicola Gargiulo ed il cugino Roberto Caboni, quest’ultimo già tratto in arresto nel 2010 unitamente a Iannilli nell’ambito dell’inchiesta ‘Phuncard-Broker’, sempre della procura della Repubblica di Roma. L’accusa per i parenti del commercialista è quella di aver concorso nelle operazioni di bancarotta patrimoniale che hanno portato al fallimento di Arc Trade. Gli altri cinque arrestati sono accusati di aver costituito società fittizie che hanno emesso fatture per operazioni inesistenti nei confronti di Arc Trade con il fine di svuotarne le casse.
E’ indagato per bancarotta anche Alessandro Grassi, consulente del lavoro tratto in arresto dalla guardia di finanza a febbraio di quest’anno per aver inscenato, fingendosi funzionario del fisco, un falso controllo fiscale proprio nei confronti della Print Sistem, inducendo Tommaso Di Lernia a pagare una ‘tangente’ di 750mila euro per ottenere un ‘ammorbidimento’ del controllo che però non era reale, bensì del tutto simulato. Coinvolta nelle indagini sul fallimento Arc Trade anche una cittadina moldava, Natalia Vieru, coniugata con il nipote di don Cesare Lodeserto, sacerdote arrestato nel 2005 con l’accusa di sequestro di persona ed abuso dei mezzi di correzione ed implicato in diversi procedimenti giudiziari.
La Vieru, di concerto con il cognato di Iannilli, Maurizio Carcciolo, avrebbe costituito una società moldava utilizzata per riciclare circa due milioni di euro sottratti ad Arc Trade attraverso un’operazione commerciale completamente falsa. Indagati anche i coniugi Angela Grignaffini e Stefano Massimi, quest’ultimo legato da un rapporto di lavoro con Arc Trade.
Per loro l’accusa è quella di aver dato in locazione un appartamento di proprietà a Lorenzo Cola simulando che la locazione fosse con la società fallita, la quale dunque ne ha sopportato i canoni e le spese di ristrutturazione. L’appartamento si trova nel quartiere Parioli, dove i due coniugi attualmente gestiscono il ristorante ‘Celestina’. Congiuntamente agli arresti, i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria ed i carabinieri del Ros hanno eseguito oltre 100 perquisizioni in tutta Italia.
EVAV: “VICENDA NON CI RIGUARDA”. “Pur comprendendo l’esigenza giornalistica di fare riferimento alla nota inchiesta ‘Appalti Enav’ spiace leggere ancora oggi il nome di Enav, un’eccellenza del sistema Paese, associato a notizie di cronaca giudiziaria che non riguardano più direttamente la società”. Lo scrive Massimo Garbini, amministratore unico dell’Enav. Nel comunicato Enav ribadisce di essere assolutamente estranea alla vicenda che coinvolge “società e persone con le quali Enav non ha più da tempo alcun rapporto”.